La trappola dell’ignoranza

La chimica è caduta nella trappola dell’ignoranza. A tenderle l’agguato nientemeno che Girolamo Sirchia e Letizia Moratti. I fatti: Ministero dell’Istruzione e Ministero della Salute progettano, realizzano e distribuiscono nelle scuole superiori la guida “Missione Salute”, composta da più opuscoli dove in forma fumettistica sono analizzati i temi dell’alimentazione, della sessualità, delle tossicodipendenze, della donazione di organi, dei servizi di primo soccorso e dei rischi di incidenti domestici. Lo scopo, nelle parole dei ministri, è quello di “aiutare i ragazzi a sviluppare al meglio tutte le loro potenzialità fisiche e psichiche, contribuendo così a migliorarne la qualità della vita, attraverso informazioni chiare e precise”. Niente di più lodevole. Ma se l’intento è dei migliori, non altrettanto sono i risultati. In particolare l’opuscolo dedicato ai rischi delle droghe, pur diffondendo un messaggio forte riguardo all’uso di sostanze stupefacenti, è un vero e proprio schiaffo alla divulgazione scientifica. Anzitutto il titolo: “La trappola chimica, fatti, misfatti, incubi e testimonianze”. All’interno, in una pagina dove campeggia la frase “Chimica! Qualcuno gioca a dadi con la morte”, con una grafica da fumetto è raffigurato un tipo un po’ sinistro, in camice bianco e occhiali da sole, che tra topi e ragnatele maneggia ampolle e provette. Di chi si tratta? Il testo che lo affianca non lascia dubbi sulla sua identità: è il drug-designer, un uomo, si spiega, che ha imparato il suo lavoro “in strada, da un tipo che gli ha detto ‘fatti furbo’”. E che per soldi lavora alacremente per produrre “pasticche colorate, per stare allegri, per non dormire mai”. Un uomo senza scrupoli, insomma. Senza voler entrare nel merito dell’efficacia di una simile strategia comunicativa, c’è da dire che ad avere pochi scrupoli è stato senz’altro l’estensore del testo, che ha sfruttato in modo fuorviante l’assonanza tra l’inglese ‘drug’ (farmaco) e l’italiano ‘droga’. “Il drug-designer”, precisa infatti Ornella Tinti, responsabile dell’Area di Ricerca Chimica della Sigma Tau, “è il chimico che si occupa della progettazione di nuovi farmaci, non certo un creatore di droghe”. Insomma, l’opuscolo ministeriale veicola un’immagine della chimica decisamente distorta ed eticamente scorretta, che relega a un ruolo marginale gli stessi aspetti educativi, storici ed epistemologici delle discipline scientifiche. Se è vero che il nostro paese non è immune da una certa ignoranza scientifico-culturale, di cui anche le grandi associazioni scientifiche sono in parte responsabili, è pur vero che non è corretto ripararvi sfruttando i luoghi comuni che addossano tutti i mali dell’umanità alla scienza che, al contrario, è ricca di applicazioni fondamentali per la vita e per il progresso. Se non proprio fulminea, durissima è stata la reazione della Società Chimica Italiana (Sci) e del Collegio Nazionale dei Chimici che, con un comunicato stampa redatto dalla stessa Tinti, hanno precisato che “accostare il concetto della chimica a droga, alcool e anabolizzanti significa fare un uso criminale delle parole e dell’informazione” e chiedono quindi al governo il ritiro degli opuscoli. “In tutti i paesi del mondo i chimici sono considerati una risorsa culturale oltre che economica, in Italia ora siamo paragonati a narcotrafficanti”, continua Tinti. I ricercatori del Dipartimento di Chimica “Giacomo Ciamician” dell’Università di Bologna hanno preparato e messo in rete la traccia di un messaggio ((((http://www.ciam.unibo.it/conoscere/trappola.html))))) da mandare firmato via fax agli uffici stampa dei Ministeri della Salute e dell’Istruzione per protestare contro il libretto. Nella stessa direzione si muovono all’Università Cà Foscari di Venezia. E la replica del governo non si è fatta attendere: in una lettera indirizzata a un appartenente della stessa Società Chimica Italiana, il ministro Moratti assicura che si tratta di una “percezione errata”del contenuto dell’opuscolo, precisando che le attività dei Ministeri vogliono “mettere in luce le connessioni positive della chimica e delle altre scienze con il sistema sociale, l’etica, la cultura e l’economia”.La battaglia comunque non finisce qui: il convegno annuale della Sci, che si terrà a Torino dal 22 al 26 maggio, sarà l’occasione per mettere a punto strategie e promuovere iniziative che aiutino la chimica a uscire dalla trappola dell’ancora scarsa divulgazione scientifica promossa dalle autorità italiane.

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