Il segreto del giardino Zen di Ryoanji (Kyoto) è nel suo design minimalista. Secondo Gert Van Tonder, studioso di neuroscienze presso l’Università di Kyoto, la disposizione degli oggetti nel giardino – uno dei più famosi ed enigmatici del mondo – suggerirebbe un’immagine piacevole per il subcosciente. I risultati dello studio di Van Tonder compaiono su Nature di questa settimana. Tipico esempio di giardino “karesansui” (o giardino di rocce) il giardino Zen di Kyoto è costituito da un rettangolo largo 30 metri e profondo 10. Cinque gruppi di rocce sono disposti in ordine apparentemente casuale su una superficie di ciottoli bianchi, accuratamente rastrellati. Il tempio fu eretto durante l’era Muromachi (1333-1573), un periodo di innovazione significativa per le arti visive del Giappone. I calcoli di simmetria eseguiti sulle immagini del giardino acquisite da un punto di osservazione particolare (all’interno dell’antistante edificio del tempio), hanno fatto emergere l’immagine di un albero, “tracciata” negli spazi vuoti tra i gruppo di rocce. Secondo Van Tonder, la scoperta suggerisce che i monaci che progettarono il giardino “bilanciarono le forze della scienza visiva”. “La percezione non cosciente di questo disegno,” afferma l’autore dello studio, “contribuisce probabilmente al fascino enigmatico del giardino”. Ilona Kovács, autrice di precedenti ricerche sulla percezione visiva, aveva già dimostrato che il cervello umano utilizza semplici linee di simmetria per attribuire un significato alle forme. Secondo Kovács, il cervello potrebbe riconoscere l’albero “sottinteso” nel giardino durante la meditazione Zen. (f.n.)
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