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Latte contro l’ipertensione

Li chiamiamo lattanti, proprio perché sappiamo quanto questo alimento sia fondamentale per la crescita dei più piccoli. Eppure i benefici del latte sembrano ormai accreditati anche negli adulti: il meno noto, ma forse il più importante, riguarda l’effetto positivo di questa bevanda sull’ipertensione. Se ne è parlato al convegno “Il latte oggi: un alimento del terzo millennio”, a Napoli nei giorni scorsi, cui hanno partecipato, tra gli altri, Antonio Vanoli, direttore generale di Parmalat, Andrea Ghiselli, dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, e Annamaria Colao, endocrinologa all’Università Federico II di Napoli. A lei abbiamo chiesto di raccontare i risultati scientifici più interessanti.

In che modo il latte può essere efficace anche contro l’ipertensione?

“Diversi studi scientifici mettono in relazione il consumo quotidiano di latte (in particolare parzialmente o totalmente scremato) con il livello di pressione arteriosa. Il più recente ha rivisto i risultati di tutte le ricerche pubblicate fino al luglio 2011, per un totale di 57.256 soggetti esaminati e 15.367 casi di ipertensione. Il consumo di una discreta quantità di latte (fra 100 e 500 grammi al giorno) è risultato essere associato con un basso rischio di ipertensione. Questa stessa associazione, al contrario, non è stata trovata né per lo yogurt né per il formaggio. Tuttavia non esiste una solida base molecolare in grado di spiegarla. Di certo, però, sappiamo che la vitamina D contenuta in questa bevanda, anche se in piccola quantità, ha un effetto diretto nell’inibire la sintesi di renina, un ormone che aumenta la pressione arteriosa”.

I benefici forniti dal latte non possono essere ottenuti con altri mezzi, come il consumo di integratori alimentari. Come mai?

“Perché il latte è un insieme di elementi proteici, minerali, grassi, zuccheri, vitamine ed acqua che è molto difficile sostituire con altri singoli alimenti o integratori. Oggi, poi, esistono anche latti senza lattosio, altamente digeribili anche da chi ha un deficit dell’enzima che metabolizza questo zucchero. Questo rende il latte accessibile a un maggior numero di persone”.

A chi raccomanderebbe, in particolare, di bere più latte?

“A tutti, ma in particolare a bambini e adolescenti, perché durante la crescita il latte rappresenta l’alimento principe per il raggiungimento del picco di massa ossea a un livello valido a proteggere lo scheletro per il resto della vita. Anche gli adulti però possono giovarsi delle molteplici azioni di questa bevanda sulla composizione corporea (meno massa grassa e più massa magra) e sulle ossa, preparandosi così a una vecchiaia con un migliore sistema scheletrico e muscolare. Gli anziani, dal canto loro, possono avere un contributo nutrizionale proteico con un basso contenuto di grassi e altamente digeribile”.

Credits immagine: Pedro Moura Pinheiro/Flickr

Davide Mancino

Laureato in Science della Comunicazione, ha collaborato con diversi quotidiani locali prima di frequentare il Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste. Scrive (o ha scritto) per Linkiesta, Wired, l'Unità, MicroMega, più altri siti e testate in giro per la rete.

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  • Il LATTE, come le UOVA, è un alimento particolare, che potremmo definire primordiale ma anche essenziale almeno nei primi mesi di vita.
    Le uova a lungo criminalizzate, di recente sono state riabilitate e pare che possano alimentarsene anche gli ipercolesterolemici, invece per il latte ci sono i sostenitori e anche tanti tra i medici che lo avversano quasi con odio.
    Personalmente quando durante la notte mi sveglio per una dolenzia addominale, un caffellate caldo lenisce immediatamente il mio problema.
    Chi ha ragione?

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