Le malattie dell’antica Roma

Danielle Gourevitch
I giovani pazienti di Galeno. Per una patocenosi dell’impero romano
Laterza, 2001
pp. 208, £ 20.000 (10,33 euro)

Dopo aver studiato le testimonianze letterarie e paleopatologiche classiche e preclassiche, nonché quelle artistiche di tutta l’antichità, la Gourevitch passa, con questo libro, allo studio clinico della clientela di un grande medico dell’epoca imperiale, Galeno, i cui casi vengono presi in considerazione non solo nel loro contesto socio-culturale e nell’ambito delle idee galeniche, ma anche nella prospettiva di una diagnosi retrospettiva. Mentre Ippocrate ( V-IV secolo a.C.) è da tutti considerato il “padre della medicina occidentale” in quanto ha eliminato dal concetto di malattia ogni possibile influenza divina, Galeno, con il suo pensiero compatibile con quello degli insegnamenti della chiesa, ha influenzato a tal punto la medicina medievale da restringerne di molto gli spazi della ricerca, specialmente quella anatomica che ha resistito per moltissimo tempo ai suoi dettami.

Nel libro la Gourevitch tratta della patocenosi dell’età imperiale, argomento mai affrontato nella letteratura medico-storica a causa della relativa novità del concetto. Con tale termine si intende l’insieme delle malattie presenti in un determinato momento in una popolazione. Si sostiene che esista un equilibrio tra le varie patologie, in modo tale che la discesa di una comporta l’incremento di un’altra. La patocenosi, concetto creato dallo storico della medicina Mirko Grmek, mette in guardia contro un eccessivo entusiasmo per i successi della medicina e delle terapie, ricordando che vinto un morbo è destino che ne sorga un altro. Tutte le malattie presenti sono interdipendenti e le loro dipendenze reciproche possono essere studiate prendendo in esame la distribuzione degli stati patologici e analizzandone la frequenza in una determinata collettività e in un arco di tempo relativamente breve. Per patocenosi si intende l’insieme qualitativamente e quantitativamente definito degli stati patologici presenti in una data popolazione in un certo momento. La frequenza e la distribuzione di ogni malattia dipendono, oltre che da diversi fattori endogeni ed ecologici, dalla frequenza e dalla distribuzione di tutte le altre malattie all’interno della stessa popolazione. In ogni patocenosi storica ci sono poche malattie molto frequenti e moltissime rare: essa, infatti, tende a uno stato di equilibrio, ma può subire anche dei mutamenti brutali, delle vere rotture d’equilibrio. Particolarmente importante sono i cambiamenti delle malattie dominanti, cioè quelle frequentissime, dalla morbilità estremamente elevata, che incidono sulla situazione demografica e sulla qualità della vita: per esempio, la malaria era una malattia dominante delle patocenosi antiche del Mediterraneo, la lebbra delle patocenosi medievali, la tubercolosi delle patocenosi del secolo scorso.

Non vi è dubbio che una migliore conoscenza della popolazione dell’antica Roma potrebbe aprire nuove prospettive anche nel più ampio contesto dell’evoluzione socio-economica, culturale e storica. Studiate a livello multidisciplinare le patologie possono contribuire in modo determinante alla conoscenza dell’eterogeneità etnica, delle modalità di vita e dello stato di salute della popolazione dell’antica Roma, integrandosi con la testimonianza diretta fornita dai testi degli antichi autori medici, la quale può significativamente contribuire a documentare l’impatto dei fattori patogeni nell’antichità.

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