Le stelle “rubate” ai confini della Via Lattea

Fra le stelle che formano l’alone della nostra galassia, almeno un milione facevano parte dell’ammasso globulare Messier 12, anche conosciuto dagli astronomi con la sigla NGC 6218. Spostandosi nella nostra galassia, l’ammasso Messier 12 è stato “scippato” delle sue stelle più piccole ogni volta che si è avvicinato a zone con grandi concentrazioni di massa e una forte attrazione gravitazionale A scoprire il fenomeno è stato un gruppo di ricercatori italiano, guidato da Guido De Marchi, ricercatore dell’Agenzia spaziale europea (Esa), in una ricerca condotta con l’Osservatorio meridionale europeo (ESO) e l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) che ha sfruttato il Very Large Telescope dell’osservatorio del Paranal, in Cile. “Messier 12 è sorprendentemente carente di stelle poco massive”, ha detto De Marchi. “Per ogni stella simile al Sole ci saremmo aspettati di avere circa quattro stelle con una massa pari alla metà di questo. Ma la nostra osservazione ha invece un’equa distribuzione di stelle con masse diverse”. Messier 12 si trova a una distanza di 23.000 anni luce dalla terra, nella costellazione di Ofiuco (Serpentario). Si muove su orbite ellittiche piuttosto larghe che lo portano ad attraversare periodicamente le zone più densamente popolate della Via Lattea. In vicinanza di queste il suo moto subisce delle perturbazioni gravitazionali: è questa la causa per cui le stelle di massa più piccola possono “sfuggirgli”. Gli scienziati, che nel 1999 avevano individuato un ammasso simile a Messier 12, sperano di scoprirne altri, perché studiarne “l’erosione stellare” può chiarire la dinamica dei processi di formazione dell’alone della nostra galassia. (gi.c.)

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