Con un particolare condotto a pompa installato nei fondali del lago Kivu è possibile estrarre metano sufficiente a soddisfare quasi tutto il bisogno energetico del Ruanda. E ciò permetterebbe la fine del processo di disboscamento per fini energetici delle foreste del paese africano. Questa è l’idea del professore Michel Halbwachs dell’università di Chabéry, Francia, che gia nel 1986 ha realizzato un progetto simile per il lago Nyos nel Cameroon. Kivu, come altri laghi africani, è di origine vulcanica e ciò determina la presenza nelle sue profondità di abbondanti quantità di biossido di carbonio e idrogeno solforato; inoltre nel corso degli anni i suoi fondali batterici hanno prodotto grandi quantitativi di metano. Il progetto del professore Halbwachs, quindi, mira a tirare su l’acqua dei fondali satura dei tre gas, che vengono incanalati in una vasca con acqua fredda realizzata a 20 metri dalla fonte sulfurea. In questo modo è possibile isolare il metano dagli altri due gas che si sciolgono nell’acqua fredda. Il lago Kivu così diventa una fonte di energia a lungo termine visto che le quantità di gas presente nell’acqua potrebbero bastare a produrre energia per almeno 400 anni. Il governo del Ruanda, promettendo la condivisione del metano con lo stato confinate, il Congo, ha richiesto all’Unione europea i fondi per la l’attuazione del progetto, e spera di realizzare il primo apparato entro la fine del 2003. (b.s.)
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