Il numero di persone che ha contratto l’infezione da Hiv ha raggiunto e superato quota 40 milioni, e per la prima volta si tratta in maggioranza di donne. È quanto emerge dall’Aids Epidemic Update – December 2002, l’ultimo rapporto pubblicato dall’UNAids, l’agenzia delle nazioni unite per la lotta all’Aids. Secondo il rapporto, l’Africa sub-sahariana rimane il luogo del pianeta in cui la situazione è più grave, con 30 milioni di malati. A differenza del passato, quando l’Aids colpiva in grande maggioranza uomini, ora il 58 per cento dei malati sono donne, il che significa tra l’altro che aumentano le probabilità di trasmissione del contagio ai neonati. Inoltre, ha commentato il direttore dell’UNAids Peter Piot, diventa sempre più evidente l’impatto complessivo dell’Aids sulle regioni più duramente colpite: “In questi Paesi gli effetti della carestia sono ancora più gravi, perché a causa dell’Aids la produzione agricola è ulteriormente scesa, mentre le esigenze nutrizionali di intere comunità sono aumentate perché i malati hanno bisogno di più cibo”. Se la situazione più drammatica è quella africana, i Paesi dell’Europa Orientale e dell’Asia Centrale sono quelli in cui l’epidemia sta crescendo più rapidamente: nell’ultimo anno si sono verificati 250.000 nuovi contagi, portando il totale dei malati a 1,2 milioni di persone. “E’ un momento particolarmente critico per queste regioni”, ha detto Gro Harlem Brundtland, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. “A meno che non vi siano iniziative nazionali sostenute politicamente ai più alti livelli, l’aumento delle infezioni potrebbe essere inarrestabile”. La pubblicazione del rapporto precede di qualche giorno la giornata mondiale della lotta all’Aids, che sarà domenica 1 dicembre. (n.n.)
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