Problemi o malformazioni al feto d’ora in poi potranno essere individuati tramite un semplice esame del sangue della mamma. La scoperta, descritta sull’ultimo numero della rivista Journal of the American Medical Association, è stata realizzata dei ricercatori della Ravgen Inc., azienda biotech americana con sede a Columbia nel Maryland. La nuove tecnica potrebbe rappresentare una valida alternativa a test prenatali più invasivi come l’amiocentesi, che possono mettere a rischio la gravidanza. L’innovativo test usa un conservante, la formaldeide, per stabilizzare e aumentare la quantità di Dna del feto, rendendone così possibile l’analisi nel campione di sangue materno. Senza questo processo di stabilizzazione, spiegano i ricercatori, la quantità di materiale genetico fetale sarebbe insufficiente per identificare problemi come la sindrome di Down o la spina bifida. Negli esperimenti in laboratorio, gli esperti americani sono riusciti ad aumentare la quantità di Dna del nascituro dal 7,7 per cento nei campioni di sangue materno non trattati a più del 20 per cento in quelli sottoposti alla nuova metodica. ‘’Una percentuale decisamente alta”, spiegano dalla Ravgen. “Questa metodologia rappresenta la base per lo sviluppo di nuovi test prenatali non invasivi”. (r.m.)
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