Categorie: Fisica e Matematica

Lhc ha trovato un nuovo tipo di materia?

A luglio ci ha stupito con il bosone di Higgs, oggi potrebbe fare il bis: stiamo parlando di Lhc, l’enorme acceleratore di particelle di Ginevra, che a quanto pare sta per mettere a segno un altro colpo grosso. Gli scienziati del Cms, uno degli esperimenti in corso in Svizzera, sostengono infatti (qui lo studio su arxiv) di aver osservato un nuovo tipo di materia che si comporta in modo inaspettato. Si chiama color-glass condensate ed è la zuppa di particelle che si produce dopo gli urti tra protoni e nuclei di piombo.

Dove sta la novità? Di solito, i fasci che viaggiano all’interno degli acceleratori vengono fatti urtare tra loro e si frammentano in tanti mattoncini fondamentali, che schizzano via in tutte le direzioni. Studiando i prodotti delle collisioni e le caratteristiche dell’urto, i fisici sono in grado di risalire alle proprietà delle particelle che l’hanno generato (in questo modo è stato scoperto anche il bosone di Higgs). Dopo uno scontro ad altissima velocità, ci si aspetta naturalmente che le schegge volino via in tutte le direzioni dello spazio: e questo è quello che effettivamente succede, quasi sempre. Quasi: perché – e proprio qui sta la stranezza – stavolta è accaduto qualcosa di diverso: analizzando i dati relativi a due milioni di collisioni, i fisici del Mit che hanno lavorato a Ginevra, hanno scoperto che in un paio di casi le schegge sembravano essere correlate a coppiatra loro, cioè si disperdevano nella stessa direzione spaziale.

Secondo gli scienziati, la spiegazione di questo fenomeno è da ricercarsi nel meccanismo dell’entanglement quantistico, un termine intraducibile in italiano, per cui particelle separate spazialmente tra loro riescono comunque a scambiarsi reciprocamente informazioni e hanno un comportamento correlato l’una con l’altra. I fisici avevano già osservato particelle entangled come risultato delle collisioni protone-protone e nucleo-nucleo, ma mai nel caso di protone-nucleo. “In qualche modo, le particelle volano nella stessa direzione, anche se non è chiaro come facciano a scambiarsi questa informazione. La scoperta ha sorpreso anche noi”, spiega Gunther Roland del Mit. Secondo Roland, la scoperta aiuterà a capire meglio i meccanismi che regolano il comportamento delle particelle fondamentali e l’interazione tra protoni e nuclei. Proprio quello per cui Lhc è stato progettato.

Via: Wired.it

Credits immagine: AndiH/Flickr

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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