L’incessante ricerca di Leonardo, tra teoria e pratica

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Nella straordinaria e disordinata quantità di manoscritti lasciati da Leonardo da Vinci, e ancor più disordinatamente conservati e raggruppati nei secoli, Andrea Bernardoni ha raccolto e commentato quelli relativi a progetti e ad opere di ingegneria, presentandoli non come opera di un genio isolato bensì profondamente integrati e coerenti con la cultura dell’epoca.

Seguendo un percorso cronologico, vediamo il succedersi degli interessi e delle speculazioni tecnico-scientifiche di Leonardo che, sebbene spesso irrealizzate o irrealizzabili, sono documentate da calcoli, disegni, commenti che permettono l’accesso alla sua personalità, al suo ricchissimo mondo interiore. Nel testo, ottantacinque tavole, riprese dai codici originali, danno una idea delle concezioni meccaniche di Leonardo, delle ricostruzioni geometriche relative ai diversi funzionamenti di strutture complesse, dei progetti che sfruttano le modalità di trasmissione delle forze e della ricostruzione dettagliata sia dei fenomeni naturali sia delle ingegnerie che potrebbero utilizzarli.

Andrea Bernardoni, Carocci, 2020, pp. 169, € 24,00.

La ricerca sulla chimica dei colori prende l’avvio dall’ apprendistato di Leonardo nella bottega di Verrocchio ma la speranza di trovare nuove soluzioni pittoriche efficaci non è sempre stata validata dai risultati ottenuti in seguito, per esempio, nella realizzazione del Cenacolo di Santa Maria delle Grazie a Milano.

In quel tempo (1468-71), Filippo Brunelleschi stava lavorando alla cupola di Santa Maria del Fiore (l’antica Santa Reparata) a Firenze e stava progettando strutture adatte ad assemblare e sistemare la palla di bronzo terminale, probabilmente saldata nella bottega del Verrocchio stesso. Leonardo sembra essere affascinato dalle macchine e dai disegni tecnici di Brunelleschi, e partecipa alla cultura dell’epoca con la sua capacità di rappresentare (e progettare) vari tipi di macchine analizzandole nella loro “costituzione anatomica”. Molti dei suoi progetti, tuttavia, rappresentano studi teorici, senza possibilità di realizzazione, come quelli relativi alla trasformazione del moto alternato in rotatorio o alle prime elaborazioni delle macchine volanti. A questo periodo risalgono anche le prime considerazioni sulla natura della luce e la struttura dell‘occhio, che si svilupperanno in seguito con accurati studi di anatomia e approfondite considerazioni di filosofia naturale.

Trasferito a Milano al servizio degli Sforza, Leonardo sembra molto interessato a realizzazioni di ingegneria militare ma le sue macchine sembrano prevalentemente rivolte a studiare soluzioni per l’amplificazione della forza, in una sorta di laboratorio mentale che precede eventuali concrete sperimentazioni meccaniche. I suoi disegni, commenta Bernardoni, avevano una valenza più politica che pratica tanto che Leonardo non fu mai coinvolto direttamente in fatti relativi all’arte bellica. Non solo: il bronzo con cui avrebbe dovuto realizzare il suo imponente monumento equestre a Francesco sforza fu invece utilizzato da Ludovico il Moro per fonderlo in cannoni e artiglierie contro i Francesi.

Leonardo da Vinci
Leonardo da Vinci, argano a tre velocità di Brunelleschi, 1480 circa, Biblioteca Ambrosiana, Milano.

Le informazioni sul laboratorio milanese di Leonardo ci parlano di una ricca biblioteca, di forni metallurgici per gli studi sui metalli e la loro fusione, di alambicchi per analisi chimiche, di progetti abbozzati e sviluppati graficamente, di spazi per la realizzazione di modelli meccanici tra cui quello riservato alla elaborazione dei vari tipi di macchine volanti. Sempre presenti gli studi e i meccanismi sulla trasmissione e le applicazioni possibili delle forze: forze meccaniche, idrauliche, animali, utilizzate e convogliate in strumenti adatti – almeno teoricamente- a rendere più produttivo e meno faticoso il lavoro umano.

Da queste sperimentazioni nascono le importanti conclusioni sulla impossibilità del moto perpetuo e gli studi analogici tra l’anatomia umana e l’anatomia meccanica. Per interpretare e comprendere il funzionamento del corpo, oltre ai suoi studi di anatomia “dal vero”, Leonardo tentò di riprodurre artificialmente le articolazioni umane con modelli meccanici mossi da corde e pulegge. Pur trasferendosi in diverse città e lavorando per diversi signori, come il Duca Valentino, o ancora i Medici a Firenze, fino all’ultimo soggiorno in Francia lo stile euristico di Leonardo si sviluppa nel corso della sua lunga vita integrando le diverse competenze che gli venivano richieste con la sua complessa concezione di umanesimo scientifico: perseguire quella conoscenza del mondo necessaria a interpretare e ad utilizzare i fenomeni reali per migliorare il lavoro umano.


Leonardo, genio irrequieto, era stato un bambino iperattivo?


Il testo di Bernardoni commenta i tanti e diversi aspetti del mondo naturale e artificiale esplorati da Leonardo, dalla regimentazione delle acque ai disegni di mappe dei territori su cui realizzare importanti opere idrauliche.

L’ultimo capitolo analizza più approfonditamente i legami di Leonardo con la cultura della sua epoca e sviluppa la sua concezione di filosofia naturale, che si caratterizza come “scienza applicata e ingegneria”, capace di dare interpretazioni empiriche e non speculative delle forze e del movimento. La meccanica medioevale non permetteva di superare le difficoltà relative alla costruzione delle macchine perché l’impostazione aristotelico-archimedea ne poteva spiegare il funzionamento ma non teneva conto dei vincoli definiti dalla loro materialità ed era quindi inutilizzabile ai fini ingegneristici. Leonardo, con la sua complessa impostazione utilitaristica ed epistemologica, cercava una più efficace integrazione tra fisica teorica ed applicazioni pratiche avviando quella sorta di rinnovamento delle scienze che si sarebbe realizzato nel secolo successivo con la Rivoluzione scientifica.

L’analisi di questi complessi e ramificati cambiamenti concettuali è ben sviluppata nelle ultime pagine del volume, e permette di inquadrare con maggiore consapevolezza la incessante ricerca di Leonardo, sostenuta non solo dalle occasionali contingenze del suo lavoro quanto dalla pressante esigenza intellettuale, al tempo stesso filosofica, scientifica e ingegneristica, alla base della sua attività multiforme.

Credits immagine di copertina: Blaz Erzetic on Unsplash