Occhi in su: è tempo delle Liridi, le stelle cadenti di aprile

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(Foto via Pixabay)

Scegliete una notte serena, un luogo lontano dalla città e da fonti luminose troppo intense. Munitevi di sacco a pelo e di pazienza e sdraiatevi a osservare il cielo: dal 16 al 25 aprile tornano le Liridi, le stelle cadenti più antiche mai osservate. Il piccoLa notte tra il 21 e il 22 aprile, dopo il tramonto della luna e prima dell’alba.

Le Liridi
Le Liridi, così chiamate perché sembrano provenire dalla costellazione della Lira, sono la pioggia di meteore più antica mai osservata: la prima segnalazione nella storia risale a circa 2700 anni fa, nel 687 a.C in Cina. La loro origine, però, venne scoperta molto tempo dopo, per la precisione nel 1867, quando l’astronomo Gottfried Galle dimostrò il collegamento tra questo spettacolare fenomeno e la cometa G1 Thatcher.

Ogni aprile infatti la Terra attraversa la scia di detriti che la cometa G1 Thatcher lascia al suo passaggio. Polveri che precipitano sulla Terra e che entrando nell’atmosfera prendono fuoco, ed ecco quella caratteristica scia luminosa nel cielo notturno.

A dire il vero le Liridi sono un fenomeno relativamente moderato: secondo la Nasa si possono osservare dalle 10 alle 20 meteore l’ora in condizioni ottimali (notti molto buie, senza luna). Non proprio una pioggia di fuoco insomma, ma ogni 60 anni si verificano delle eccezionioltre 100 meteore all’ora in Virginia nel 1803, in Grecia nel 1922, in Giappone nel 1945 e negli Stati Uniti nel 1982. La prossima tempesta di Liridi è attesa per il 2042.

Quando e come osservarle
Quest’anno la Terra si troverà alla minima distanza dalla scia di detriti di G1 Thatcher nelle notte tra il 21 e il 22 aprile e la Nasa prevede che si potranno osservare dalle 15 alle 20 meteore l’ora, meteo permettendo.

Lo spettacolo sarà migliore per gli appassionati che si troveranno nell’emisfero settentrionale, ma il consiglio è comunque quello di aspettare il tramonto della luna e attendere sdraiati, naso all’insù, coi piedi rivolti verso Est.

Via: Wired.it

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