L’Italia torna in orbita

Si chiama Eneide, come il celebre poema epico di Virgilio che narra il viaggio di Enea dalle rovine della città di Troia alle sponde del Lazio. E in effetti di un viaggio si tratta, ma nello spazio. Questa Eneide dei tempi moderni durerà solo dieci giorni. La missione punta verso la Stazione Spaziale Internazionale, il laboratorio per la ricerca scientifica orbitante a quasi 400 chilometri di quota dalla Terra. A bordo della sonda russa Soyuz che decollerà il prossimo 15 aprile dalla base di Baikonur, nel Kazakhstan, ci sarà l’italiano Roberto Vittori con la qualifica di comandante. Accanto a lui, il cosmonauta russo Sergei Krikalev e l’americano John Phillips che daranno il cambio all’equipaggio sulla Stazione da diversi mesi. Vittori, astronauta dell’Agenzia spaziale europea (Esa) che promuove la missione insieme alla Regione Lazio, l’Aeronautica Militare e il gruppo Finmeccanica, è il primo europeo a salire per la seconda volta nella Stazione Spaziale. Gli obiettivi della missione Eneide sono numerosi. La permanenza di otto giorni nella casa orbitante sarà, infatti, un tour de force di esperimenti scientifici, una ventina in tutto, concepiti principalmente da centri di ricerca, università, piccole e medie imprese italiane, nei settori più disparati, dalla ricerca di base alla biomedicina, dalle ricerca agroalimentare alle nuove tecnologie aerospaziali. A Vittori il compito di districarsi tra le tante sperimentazioni, come quella del primo sistema di navigazione satellitare per uso spaziale, un sistema che sfrutta i segnali Gps e Egnos per calcolare con precisione la posizione delle navette rispetto alla superficie terrestre. Sarà poi collaudato un naso artificiale, nato dalla sinergia tra l’Università di Roma “Tor Vergata” e l’Istituto per la microelettronica e microsistemi (Imm) del Cnr di Roma. “Si tratta di una pompetta dotata di sensori molto sensibili capace di annusare la qualità dell’aria all’interno della Stazione Spaziale” spiega Arnaldo D’Amico, responsabile della sezione di Roma dell’Imm. All’orizzonte si profilano tante applicazioni terrestri: potrebbe essere utilizzato per rilevare fughe di gas, la presenza di sostanze inquinanti o di stupefacenti, ma anche per valutare la qualità degli alimenti e persino nella diagnosi di alcune malattie. Tra le varie apparecchiature imbarcate sulla sonda Soyuz c’è anche un dispositivo ultrasensibile, denominato Lazio, frutto della collaborazione tra i gruppi Infn delle università romane, l’Università di Perugia e l’Istituto di fisica e ingegneria di Mosca. In futuro potrebbe rappresentare la chiave per dare l’allerta in anticipo dallo spazio in occasione di terremoti o eruzioni vulcaniche. “Si è osservata una correlazione tra gli eventi sismici sulla Terra e la variazione improvvisa del vento di particelle cosmiche”, dice Piergiorgio Piccozza, professore di Fisica delle astroparticelle a “Tor Vergata”, responsabile della ricerca. “La strumentazione, messa a punto per misurare i raggi cosmici e il campo magnetico all’interno della Stazione Spaziale, potrebbe servire da antenna per captare le alterazioni del flusso di particelle spaziali e analizzarle quali eventi premonitori dei terremoti terrestri”.Nella lunga lista degli esperimenti di Eneide ne compare anche uno di telemedicina: Vittori dovrà indossare uno speciale giubbotto dotato di sensori intelligenti progettati per sentire il ritmo del cuore e inviare a terra i dati relativi. “Si tratta di strumenti progettati sin nei minimi particolari per l’impresa spaziale, ma potranno apportare grandi innovazioni una volta a Terra” continua D’Amico, il cui gruppo di ricerca ha progettato anche il dispositivo per la rilevazione a distanza del battito cardiaco. Completano il programma alcuni esperimenti di biologia, mirati a chiarire gli effetti delle radiazioni su colture cellulari, gli effetti dell’assenza di gravità sulla percezione cerebrale, sulle prestazioni degli arti, e persino sulla coltivazione di semi e alimenti nello spazio. Sul versante dell’informatica, verranno valutati gli effetti dell’ambiente spaziale anche su dispositivi elettronici: Eneide sarà l’occasione infatti per mettere alla prova il primo supercomputer studiato per resistere a forti radiazioni. E come se l’agenda non fosse abbastanza densa di impegni, a bordo Vittori si dedicherà anche ad attività didattiche e divulgative rivolte agli studenti delle scuole, per i quali realizzerà un video per un Dvd educativo.

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