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Lo sguardo dei neuroni

di
Maurizio Codogno

Valentino Braitenberg
L’immagine del mondo nella testa
Adelphi 2008, pp. 171, euro 18,00

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Nel campo della cibernetica il nome di Valentino Braitenberg è assai noto. Già direttore del Centro di Cibernetica Biologica al Max Planck Institut di Tübingen, è ora un ultraottantenne professore emerito e continua i suoi studi, anche se naturalmente a un ritmo più tranquillo. Forse proprio per questo motivo Braitenberg ha avuto la possibilità di rivedere quanto la scienza ha scoperto in questi decenni – e quanto è ancora ignoto – e ha cercato di tradurre i suoi pensieri in forma scritta, dando loro una possibile coerenza globale di tipo “presocratico”, come si affretta a specificare.

Braitenberg non esita ad affermare che ciò che l’ha spinto per tutta la vita, e l’ha anche convinto a scrivere queste note, è il “piacere di sapere”, che secondo lui ha valenza etica, tanto da ipotizzare una Repubblica fondata sulla scuola, da frequentare dai tre ai sessantott’anni. Filosofico risulta anche il secondo capitolo, che però si avvicina già al tema principale del libro. Se infatti si vuole capire come noi rappresentiamo il mondo, occorre prima stabilire una definizione di quella cosa elusiva che è l’io, o la coscienza che dir si voglia. A dire il vero Braitenberg glissa evitando di impelagarsi in dispute filosofiche, e afferma che “io” e “coscienza” sono solo dei risultati esistenziali e non dovrebbero far parte della scienza della vita. Passando poi alla fisica, l’autore si trova indubbiamente più a suo agio: il cercare di dimostrare a posteriori le proprietà di atomi e molecole è forse un po’ esagerato, ma la sua definizione dell’azione come il parallelepipedo formato da forza, lunghezza e tempo getta una nuova luce sulla fisica quantistica.

È però chiaro che la parte più importante del libro è quella dedicata alle raffigurazioni nel cervello. Partendo da un capitolo centrato sulla biologia, considerata principalmente come trasmissione di informazione – prospettiva non usuale – viene poi fornita una spiegazione del funzionamento del cervello dal suo livello più basso, a partire dai neuroni per arrivare a sinapsi, dendriti e assoni, osservando le varie strutture e l’attivazione o l’inibizione dei diversi gruppi di cellule. L’esistenza di vari gruppi di cellule connessi tra loro è in effetti un punto fondamentale per la definizione dell’apprendimento. Addirittura Braitenberg ipotizza che il sillogismo, a suo dire inefficiente come sistema di codificare informazioni logiche col minor numero di predicati possibile, sia nato perché rispecchia il modo in cui il cervello cataloga i fatti. Perfino l’estetica viene vista come una conseguenza dell’operato delle componenti elementari del cervello, con un approccio olistico che riesce a mettere insieme odori, suoni, solletico e barzellette con una serie di ipotesi piuttosto forzate.

Tuttavia, queste forzature costituiscono parte del fascino di questo libro, che forse vale la pena di leggere non tanto per il suo valore scientifico in sé, quanto per la capacità spiazzante dell’autore di vedere le cose in un modo diverso da quello canonico, costringendoci a mettere in dubbio le nostre certezze che diamo per assodate senza nessun motivo se non l’abitudine.

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