Long Covid, cosa sappiamo sui sintomi neurologici

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Immagine di Francisco Moreno su Unsplash

Covid-19 può colpirci in diversi modi e con durata variabile. Alcune persone continuano ad avere sintomi, magari lievi, per mesi – il cosiddetto long Covid – e fra questi ci sono spesso stanchezza e dolore muscolare. Nei casi gravi, però, la malattia può colpire in maniera indiretta anche il cervello e il sistema nervoso, con strascichi protratti e stavolta importanti, come disturbi neuromuscolari e problemi neurologici. Ma le cause, che sembrano legate per lo più all’eccesso della risposta difensiva del nostro sistema immunitario, sono ancora in buona parte sconosciute.

Anche visti i numeri significativi, è urgente approfondire l’argomento, come fanno notare due ricercatori statunitensi, Serena Spudich e Avindra Nath, in un articolo appena pubblicato su Science. Gli autori segnalano anche che ci sono prime prove secondo cui a distanza di tempo l’infezione potrebbe scatenare, in soggetti predisposti, lo sviluppo di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson. Senza inutili allarmismi – anche altri patogeni non coronavirus potrebbero avere un ruolo in queste patologie – è importante affrontare l’argomento.

Long Covid: i disturbi neurologici

Non tutte le sindormi da long Covid sono uguali. In alcuni casi si tratta di sintomi lievi, come stanchezza, mal di testa, debolezza muscolare, che possono protrarsi anche per mesi. Questi problemi riguardano un’ampia fetta di guariti, superiore al 10%. Gli scienziati stanno cercando di capirne qualcosa in più. Ad esempio oggi sappiamo che la vaccinazione con doppia dose potrebbe proteggere anche da questi strascichi.

Ma i sintomi di long Covid possono anche essere gravi, con manifestazioni psichiatriche e neurologiche importanti, fra cui rientrano anche danni come l’ictus. Andiamo da mal di testa persistenti, calo della concentrazione e della memoria, alla depressione, fino anche alla psicosi, all’encefalopatia e neuroinfiammazione. Questi problemi invalidanti possono persistere per mesi dopo l’infezione, come spiegano gli autori. Che rimarcano come nessuno debba sottovalutare il problema. “Molte persone – scrivono – che sperimentano sintomi neurologici dopo un episodio acuto di Covid-19 hanno meno di 50 anni , sono attive ed in salute prima dell’evento”. Inoltre long Covid, nella sua forma grave, può colpire non solo il sistema nervoso, ma anche i polmoni (soprattutto in chi ha avuto una polmonite severa), il cuore, i reni altri organi.

Molte domande

Gli autori richiamano l’attenzione sull’urgente necessità di azione da parte della ricerca, per capire meglio le cause, ancora in buona parte sconosciute. Secondo le prove raccolte, il principale meccanismo dietro ai disturbi neurologici sarebbe l’attivazione anomala del sistema immunitario e l’infiammazione del sistema nervoso centrale. Questo anche perché il virus non sembra penetrare e riuscire ad attaccare in maniera diretta il cervello.


Covid-19 è una malattia vascolare?


Ma le domande sono tante. Alcuni pazienti, per esempio, hanno l’ictus e questo accade più spesso che in altre sindromi respiratorie e quadri clinici altrettanto gravi. È pertanto possibile, si chiedono i ricercatori nel testo, che una disfunzione vascolare abbia un ruolo nei sintomi neurologici? Altro quesito: una disregolazione del sistema immunitario potrebbe sostenere questi sintomi a lungo termine? E quali sono gli elementi che promuovono questo malfunzionamento? Questa disregolazione potrebbe essere dovuta sia a una risposta autoimmune sia a un’infezione virale persistente con una replicazione del virus molto ridotta. Capire se e come questi processi fisiologici entrano in gioco è essenziale per rispondere meglio alla seconda epidemia, quella di long Covid.

Riferimenti: Science