Perché il lupo è più furbo del cane

Se, tra due contenitori chiusi, doveste individuare l’unico contenente un premio, come cerchereste di identificare quello giusto? Potreste ad esempio scuoterne uno: se non sentiste alcun rumore, quel contenitore sarebbe verosimilmente vuoto, e potreste allora, con sicurezza, scegliere l’altro. Questo perché all’essere umano – già dal secondo anno di vita – è chiaro il rapporto tra causa (presenza di un oggetto nel contenitore) ed effetto (rumore dell’oggetto che sbatte contro le pareti). Ma avreste mai pensato che i cani non siano in grado di mettere in relazione il rumore con la presenza di un oggetto e quindi di fare la scelta vincente? È proprio con un test simile a quello descritto che un gruppo di ricercatori di quattro diversi paesi (Austria, Germania, Olanda e Regno Unito) ha scoperto che i nostri amici a quattro zampe hanno perso la capacità di connettere cause ed effetti. I lupi invece supererebbero brillantemente lo stesso test. La ragione, come spiegato in un articolo pubblicato su Scientific Reports, sarebbe proprio la domesticazione.

Con la domesticazione gli animali devono adattarsi ad un ambiente molto diverso da quello naturale, determinato dall’uomo e dalla sua vicinanza. L’evoluzione procede dunque in modo differente, smorzando tratti e abilità indispensabili per sopravvivere nello stato selvatico, e prediligendo invece aspetti sociali e di comunicazione con i nuovi compagni umani.

Per evidenziare le differenze comportamentali e socio-cognitive tra le due specie, i ricercatori hanno considerato 12 lupi e 14 cani vissuti nello stesso ambiente e in prossimità dell’essere umano, nonché 12 cani vissuti in famiglia. Basandosi su indizi differenti, gli animali dovevano scoprire quale tra due contenitori chiusi e non trasparenti contenesse del cibo; i contenitori erano posti su un tavolo, a distanza sufficiente da non poter essere distinti grazie all’olfatto. In due serie di test, con l’obiettivo di evidenziare la capacità di cani e lupi di interpretare i segnali e comportamenti umani, un esaminatore mostrava quale era il contenitore giusto, indirizzandosi all’animale verbalmente, gestualmente o con lo sguardo, oppure attraverso dei gesti indiretti, come fingere di voler raggiungere ed aprire solo il contenitore contenente il cibo. Nell’altra l’esaminatore, nascosto sotto al tavolo, forniva degli indizi di tipo causale, ad esempio scuotendo i contenitori per far sentire il rumore prodotto – o meno – dal cibo. Se nei primi due test i punteggi di cani e lupi non hanno mostrato differenze significative, è nel test di causalità che i lupi si sono comportati decisamente meglio, raggiungendo un numero di successi tra il 70 e l’80%, contro il 50% (pura casualità) di entrambi i gruppi di cani.

I ricercatori hanno dunque concluso che i lupi sono in grado di adattare le loro abilità socio-cognitive all’ambiente in cui vivono: nel caso dei lupi dell’esperimento, vivere a contatto con l’uomo li ha portati ad interpretare correttamente linguaggio verbale e gestuale umano, al pari dei loro cugini domestici. Con la domesticazione invece i cani sembrano aver perso la capacità di stabilire relazioni di causa effetto, probabilmente perché, protetti e nutriti dall’uomo hanno avuto meno necessità di comprendere interpretare e il loro ambiente.

Riferimenti: Scientific Reports

Elisa Liberatore

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