Un gruppo di ricercatori dell’Università di Malaga e dell’Istituto di Tecnologia (IIT) di Genova e Milano ha accettato una sfida ambiziosa: produrre sistemi termoelettrici in grado di produrre energia green e a basso costo. E ci sono riusciti. In un lavoro pubblicato su Advanced Functional Materials mostrano infatti la loro maglietta hi-tech in grado di produrre energia elettrica sfruttando la differenza di temperatura tra corpo e ambiente. Tutta (o quasi) a base di cotone e bucce di pomodoro.
I sistemi termoelettrici
Tellurio, piombo e germanio. Sono questi i nomi dei principali elementi chimici che vengono utilizzati per fabbricare dispositivi termoelettrici in grado di convertire l’energia termica in energia elettrica e viceversa. Su questo per esempio si basano sistemi quali lo scaldabagno e il ferro da stiro di casa nostra. L’uso di questi materiali è dovuto al fatto che permettono di ottenere un’ottima performance dei dispositivi termoelettrici. Al contempo però hanno una serie di svantaggi non trascurabili, come ad esempio la bassa sostenibilità ambientale e i costi di produzione. Per questo è necessario trovare materiali che permettono di creare dispositivi termoelettrici più ecologici ed economici, senza perdite nelle performance rispetto a quelli oggi in commercio. Ed è in questa direzione che va il lavoro del team italo-spagnolo, che promette di rivelarsi una vera e propria innovazione, non solo per l’ambiente, ma anche per il portafoglio.
La nuova sfida che parte dal cotone
“Questa ricerca fa parte di un filone di studi che ha come idea di base quella di sviluppare nuove soluzioni per dispositivi che possono convertire la differenza di temperatura in energia con materiali ecosostenibili e a basso costo”, ribadisce a Galileo Mario Caironi dell’IIT di Milano, coordinatore della ricerca: ”La collaborazione tra i ricercatori spagnoli e italiani ha fatto sì che questa premessa diventasse il prototipo della prima maglietta in grado di produrre energia. La formula per produrla è semplice e ha come base una maglietta di cotone, materiale scelto perché naturale, leggero, velocemente biodegradabile e disponibile in grandi quantità.
Il primo passo è la preparazione di una soluzione di acqua, etanolo, bucce di pomodoro e nanoparticelle di carbonio. Una volta scaldata, questa soluzione viene versata sulla maglietta e aderisce alle singole fibre di cotone. “La maglietta acquisisce così proprietà termoelettriche e riesce a convertire in energia la differenza di temperatura tra il nostro corpo, anche da fermo a 37°C circa, e l’ambiente esterno. Parliamo di energia totalmente green.”, spiega Caironi.
Il futuro della maglietta hi-tech
Il lavoro dei ricercatori non si ferma certo qui. Le magliette potrebbero, ad esempio, diventare dispositivi riflettenti per essere utilizzate di notte o anche dispositivi in grado di produrre energia sufficiente per ricaricare il cellulare dalla maglietta, senza caricabatterie. Ma non solo. Si pensa anche ad applicazioni in ambito biomedico grazie alla possibilità di monitorare i segnali di chi indossa la maglietta hi-tech o in robotica per migliorare le caratteristiche e le capacità dei robot. “Nei nostri laboratori abbiamo creato un’antenna Wi-Fi partendo da bucce di pomodoro e grafene. E ora stiamo studiando la possibilità di incorporare questa invenzione nella maglietta. Così potremmo diventare tutti tipo il supereroe Iron Man che indossa un completo fornito di tutti i tipi di dispositivi tecnologici che gli permettono addirittura di volare”, conclude scherzando Susana Guzmán dell’Università di Malaga.
Riferimenti: Advanced Functional Materials