Chi inquina paga. È il principio che ha ispirato il decreto del Ministero dell’Ambiente sulla gestione dei rifiuti tecnologici. Da domani in gazzetta ufficiale, il provvedimento stabilisce nuove regole per sbarazzarsi della technospazzatura, dai frigoriferi ai computer. Fino ad oggi i rifiuti di apparecchiature elettrice ed elettroniche (Raee), raccolti dai comuni, finivano per lo più insieme alla spazzatura “ordinaria” nelle discariche o negli inceneritori. D’ora in poi non sarà più così. La responsabilità della gestione dei Raee passa infatti, con la nuova normativa, alle ditte produttrici che dovranno garantire il riciclaggio del materiale di scarto. Come? Finanziando la realizzazione di eco-piazzole dove verranno accumulati i rifiuti tecnologici che dovranno essere recuperati (con percentuali dal 70 all’80%) o riciclati (dal 50 all’80%). I produttori dovranno infatti organizzarsi per per prelevarli periodicamente dalle eco-piazzole e recapitarli presso i centri di trattamento per il recupero e il riciclaggio.
Quando il nuovo sistema di raccolta differenziata funzionerà a pieno regime (dal 1 gennaio 2008), il cittadino avrà due opzioni: se non intende comprarne uno nuovo, potrà portare il vecchio apparecchio direttamente alla piazzola, altrimenti consegnarlo al commerciante al momento di un nuovo acquisto. Sarà poi il responsabile del negozio a garantire la corretta destinazione del materiale ricevuto, trasportandolo presso l’eco-piazzola.
Un’occhiata alle cifre per capire i vantaggi del nuovo sistema: oggi (dati Apat 2006) vengono gestiti e recuperate sulle 67mila tonnellate l’anno di Raee, circa 1,5 chilogrammi per abitante; entro il 2008 si passerà a 240mila tonnellate l’anno, che corrispondono a 4 chilogrammi per abitante.
Gli scarti di apparecchiature elettroniche ed elettrodomestici rappresentano sia una pericolosa fonte di inquinamento (clorofluorocarburi, cadmio, mercurio) sia una redditizia riserva di sostanze preziose. Basti pensare che da ogni tonnellata di hardware è possibile recuperare 16 grammi di oro puro. Da qui la necessità di isolarli in modo efficace dall’ambiente e, nello stesso tempo, ottimizzare al massimo il loro recupero. (g.d.o)
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non ho mai sentito un politico preoccuparsi del problema.la parte ricca del pianeta( noi occidentali) sfutta terribilmente la parte più povera ma non si rende conto che tutto si ripercuoterà su di noi .Ossia l'inquinamento lo subiremo anche noi. Bisognerebbe far venire a galla il problema se non vorremo annegarci dentro tutti.