Matematica ricreativa

Rodolfo Clerico, Piero Fabbri, Francesca Ortenzio
Rudi Ludi
CS_libri 2008, pp. 226, euro 24,50

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Nei paesi di lingua anglosassone, fin dai tempi di Martin Gardner, esiste una luna tradizione di divulgazione della matematica: matematici di professione (come John Horton Conway o Ian Stewart) ma non solo, come appunto Gardner, si sono spesi per avvicinare anche i più restii a queste disciplina. Molti pensano che in Italia sia impossibile trovare autori in gradi di parlare di matematica ricreativa, da un punto di vista serio ma non serioso, e con una prosa briosa che non faccia venire voglia di chiudere il libro e di gettarlo via il più lontano possibile; e invece non è vero. Da ormai dieci anni, o “nell’altro millennio” come loro orgogliosamente affermano, tre persone dai buffi pseudonimi pubblicano ogni mese Rudi Mathematici, una rivista elettronica di matematica ricreativa che ha ormai superato i duemila abbonati. L’anno scorso uscì un libro con una raccolta di temi tratti dalla rivista; questo Rudi Ludi invece è composto da materiale inedito.

Nella cornice di un breve viaggio turistico-matematico in Svizzera degli alter ego degli autori, il libro si compone di due parti interallacciate. Da un lato vengono presentate delle biografie, assolutamente corrette ma sempre con un taglio particolare, di vari matematici, da John von Neumann al succitato John Horton Conway, passando per nomi conosciuti per tutt’altro come Vilfrido Pareto e nomi completamente sconosciuti ai più come Oskar Morgenstern e Willem Abraham Wythoff; dall’altro si parla delle teorie dei giochi. Teorie, al plurale: oltre alla branca che sta a metà tra matematica ed economia, che dopo il Nobel e il film sulla sua vita molti associano al nome di John Nash, esiste infatti anche una teoria di tipo completamente diverso che si occupa dei giochi da tavolo, giochi molto semplici (non si arriva certo a poter risolvere teoricamente la dama per non parlare degli scacchi). In effetti il gioco di parole è solo in italiano: gli inglesi infatti distinguono game da play.

La miscela di tutti questi ingredienti risulta molto piacevole. Come praticamente d’obbligo per un libro di matematica ricreativa, non si entra troppo in profondità nelle teorie né ci si mette a dimostrare teorema dopo teorema; in fin dei conti sono altri i testi da usare per chi vuole o deve mettersi a studiare questi temi. Il lettore riesce però ad avere una chiara idea dei concetti alla base delle teorie, tranne nel caso della parte dedicata alle strategie di coalizione che purtroppo risulta un po’ oscura. Una macchia, assieme a un certo numero di refusi che fortunatamente non ledono la comprensibilità del testo; ma la lettura è comunque consigliata.

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