Medicina, incerta e straordinaria

Atul GawandeSalvo complicazioniFusi Orari, 2005pp. 284, euro 15,00“Ho scoperto che la medicina è una scienza strana e per molti versi inquietante”. E ancora, “guardando più da vicino scopriamo che la medicina è una disciplina caotica, incerta e spesso stupefacente”. Lo scrive Atul Gawande, assistant professor alla Harvard Medical School di Boston, nell’introduzione al suo primo libro “Salvo complicazioni”, edito in Italia dalla case editrice Fusi Orari, costola di Internazionale, settimanale che pubblica gli articoli a firma di Gawande che escono sul New Yorker. L’autore racconta la sua esperienza, fin dalle prime incisioni con il bisturi, con oggettività e dovizia di particolari, ma senza tralasciare di sottolineare l’estrema incertezza che caratterizza questa “attività umana”.Già, perché come scrive ancora Gawande: “Vorremmo che la medicina fosse una disciplina ordinata, regolata dalle conoscenze e dalle procedure. Ma non è così. È una scienza imperfetta, un’impresa che si basa su conoscenze in continua evoluzione, su informazioni imprecise e su individui che possono sbagliare proprio quando la vita delle persone è in pericolo”. Un’ammissione che non tutti i medici sarebbero pronti a sbandierare ai quattro venti, una realtà che se opportunamente fatta presente ai pazienti metterebbe forse in crisi il rapporto di fiducia medico-paziente.Per spiegare in che cosa consiste la pratica medica l’autore divide il libro in tre sezioni. La prima affronta il problema della fallibilità dei medici attraverso il racconto di come un “novellino” (cioè lui) inizia a prendere in mano un bisturi e imparare a inserire un catetere venoso. Un’operazione che all’inizio sembra estremamente difficile ma che poi con la pratica, e qualche errore, diventa di routine. Il medico prende la mano, come si dice. Ma Gawande ci spiega che può anche perderla, e che un buon professionista a un certo punto può anche smettere di esserlo. La seconda parte racconta di misteri che la medicina non riesce a risolvere: casi di dolori alla schiena invalidanti senza spiegazione fisica, di nausee terribili, di persone costrette a cambiare lavoro per disturbi fisici impossibili da curare. Infine l’ultima sezione considera l’incertezza in sé, quello che i medici non sanno, e come devono fare per affrontare questa ignoranza. Ma la medicina è anche straordinaria, nel senso che pur essendo frutto dell’incertezza compie a volte dei miracoli, guarisce o aiuta persone la cui salute sembrava irrimediabilmente compromessa. I pazienti e medici che popolano questo libro – tutti veri, anche se in qualche caso l’autore ne ha modificato nomi e caratteristiche per non lederne la privacy – ci raccontano tutto questo e invitano a considerare questa “arte”, che ha invaso ormai molti campi della vita moderna, un po’ meno perfetta di quanto normalmente si creda ma allo stesso tempo più stupefacente.

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