Mediterraneo, calmo ma non troppo

Mentre nel sudest asiatico si contano ancora le vittime del maremoto che ha colpito la zona del Golfo del Bengala, in Italia l’Istituto di Scienze Marine del Cnr pubblica l’Atlante del vento e delle onde del Mediterraneo da cui emerge che nei pressi della Sardegna in autunno o inverno ci si può imbattere in mareggiate con onde fino a 20 metri, ma con esiti molto meno pericolosi dello tsunami. Questo accade perché “i tempi e i modi di manifestarsi dei due fenomeni”, spiega Luigi Cavaleri coautore della pubblicazione, “sono assolutamente diversi vista l’imprevedibilità dei maremoti. Con il maremoto non c’è preavviso: due o tre ondate, prolungate, profonde, massive, poi torna la calma. In mare aperto il fenomeno è inavvertibile, diventando distruttivo solo al raggiungimento della costa. In una mareggiata, invece, le onde sono generate dal vento e sono presenti ed elevate su tutto il bacino interessato. Per questo il maremoto è così devastante, pur essendo causato da un’onda lunghissima, anche 100-200 chilometri, ma con un’altezza generalmente di un metro o anche meno, con un periodo molto lungo, sui dieci minuti”. L’Atlante dell’Ismar può rivelarsi un utile strumento per chiunque si trovi a navigare nel Mediterraneo per prevedere tempeste, per conoscere il clima, la ventosità e le relative onde che caratterizzano una certa zona, offrendo anche previsioni dettagliate giorno per giorno per tutti i mari del mondo, in particolare per quelli italiani. (p.s.)

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