Messenger svela il passato turbolento di Mercurio

Un ritratto inedito di Mercurio ci arriva dalla sonda MESSENGER della NASA, che lo scorso 29 settembre ha compiuto il terzo fly-by sul pianeta più piccolo e del sistema solare. Difficile da osservare con i telescopi, a causa della vicinanza al Sole, Mercurio era stato esplorato una sola volta, 35 anni fa, dalla sonda Mariner 10, che ci aveva fornito l’immagine di un piccolo pianeta disseminato di crateri, molto simile alla nostra Luna. Ma le somiglianze erano solo apparenti, spiegano questa settimana su Science gli scienziati che hanno analizzato le prime informazioni raccolte da MESSENGER nel corso dei tre voli ravvicinati compiuti per il posizionamento nell’orbita definitiva. Dati che rivelano un passato turbolento di Mercurio, come recentemente si è scoperto per Venere, scombussolato da eruzioni vulcaniche e travolto da tempeste magnetiche.

Le fotografie scattate da MESSENGER hanno rivelato la presenza di un cratere da impatto del diametro di 290 chilometri con una superficie interna estremamente regolare, formata da antiche colate di lava. “Secondo noi si tratta dei più recenti materiali eruttivi individuati su Mercurio”, ha detto Louise Prockter della NASA, a capo della ricerca, alla quale hanno contribuito anche  ricercatori dell’INAF e dell’Università di Padova. Questo ed altri particolari suggeriscono che l’attività vulcanica sia durata più a lungo rispetto a quanto creduto finora.

Un secondo lavoro pubblicato su Science ha preso in considerazione i dati sul campo magnetico rilevati durante l’incontro ravvicinato con Mercurio. In questa occasione, gli strumenti di bordo hanno registrato variazioni dell’intensità del campo magnetico nell’ordine di pochi minuti. Secondo gli autori si tratterebbe di tempeste magnetiche provocate dal rilascio di energia accumulata nell’interazione con il campo magnetico solare. Tempeste simili si verificano anche sul nostro pianeta, sebbene siano più deboli e durino più a lungo, circa un’ora.

Un terzo studio ha invece preso in esame l’esosfera, cioè la regione più esterna dell’atmosfera di Mercurio, che è stata caratterizzata con grande precisione studiando l’abbondanza di elementi come magnesio, calcio e sodio in corrispondenza del polo nord e sud del pianeta.

Nei prossimi anni MESSENGER potrà rivelarci molte altre cose su Mercurio. Lanciata il 3 agosto 2004, la sonda entrerà in orbita stabile nella primavera del 2011, diventando una fedele compagna di quel piccolo pianeta infuocato.

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