Mi piaci, mi riconosco

Quando ci immedesimiamo in qualcuno che percepiamo per qualche motivo affine, si attiva la stessa area cerebrale che utilizziamo per riferirci a noi stessi. Un fenomeno che non si verifica se abbiamo a che fare con persone distanti da noi per questioni, per esempio, ideologiche, politiche o religiose. A dimostrarlo è lo studio di Adrianna Jenkins, studente di psicologia presso l’Università di Harvard, condotto tramite risonanza magnetica funzionale (fMri), e pubblicato su Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences).

La scoperta suggerisce che la parte del cervello deputata all’introspezione, la corteccia prefrontale ventro-mediale (vMpfc), sia la stessa che utilizziamo per cercare di capire quello che le altre persone stanno sentendo o pensando. Questa sorta di identificazione avverrebbe però solo quando riteniamo noi stessi un buon modello su cui proiettare le esperienze e le idee dell’altro.

I ricercatori hanno sottoposto a risonanza magnetica un gruppo di 13 studenti dichiaratamente liberali. Ai volontari sono state presentate le fotografie di altri due studenti – indicati come liberale l’uno, conservatore l’altro – ed è stato chiesto loro di immaginare spaccati di vita quotidiana dei ragazzi ritratti. I ricercatori hanno potuto così osservare, nel primo caso, che la vMpfc presenta un’attività molto simile a quando ai volontari è chiesto di pensare alle proprie esperienze. (c.d.)

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