IL CAMPANELLO D’ALLARME è suonato in Perù. «Ero in vacanza: passeggiate, trekking in quota, niente di estremo. Ma ero nettamente la più fragile del gruppo. Io, che avevo solo 38 anni, mi muovevo come una sessantenne con problemi di salute. Dovevo fare qualcosa». È così che Wendy Suzuki ha deciso di rivoltare la sua vita come un calzino. Neuroscienziata alla New York University, pubblicazioni di alto livello, premi e riconoscimenti in bella vista sugli scaffali, Suzuki è destinata a una brillante carriera accademica. Ma ha venti chili di troppo, passa le sue serate in laboratorio, non ha un compagno, non ha amici («A New York, capisci? Non avevo amici nella città più vivace del mondo!»). In una parola: è profondamente infelice. Per fortuna ha la scienza al suo fianco.
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