Vita

Il mistero delle lucertole dal sangue verde

Di che colore è il sangue? Rosso, diremmo istintivamente. Ma per alcuni animali non è così. È il caso di alcune specie di scincidi (un tipo di lucertola) della Nuova Guinea, cosiddetti a sangue verde per via dell’elevatissima concentrazione di biliverdina, una caratteristica già di per sé davvero strana data la tossicità di questo pigmento. Tuttavia, per i ricercatori della Louisiana State University (Lsu) c’è un altro fatto ancora più sorprendente: le sei specie conosciute di scinchi a sangue verde non sono così strettamente imparentate tra loro, ma il tratto si sarebbe evoluto 4 volte indipendentemente. Anche se non è del tutto chiaro quali vantaggi ne traggano i rettili, studiare come si siano adattati a concentrazioni di biliverdina letali potrebbe aiutare a sviluppare approcci non convenzionali a determinati problemi di salute per altri animali (essere umano compreso).

Rettili a sangue verde, 4 rami separati

Sangue, lingua, muscoli e persino ossa di un bel verde lime brillante: è il tratto distintivo di 6 specie di scincidi della Nuova Guinea, lucertole che possiedono una concentrazione di biliverdina, il pigmento verde derivato dalla degradazione dell’emoglobina dei globuli rossi, 40 volte maggiore al livello considerato letale nell’essere umano. Sono gli animali con la più alta concentrazione di biliverdina nel sangue noti alla scienza e gli esperti ancora non sanno dire in che modo riescano a non esserne intossicati. Nell’essere umano la biliverdina viene convertita in bilirubina e diventa una componente della bile. Un eccesso di biliverdina o di bilirubina nel sangue è causa di ittero, una condizione pericolosa che può portare seri danni all’organismo.

Per capirne di più su questa straordinaria caratteristica, un team di ricercatori della Lsu guidati da Chris Austin ha esaminato il dna di 51 specie di scincidi, tra cui sei specie dal sangue verde (due delle quali non erano mai state osservate prima). Ciò che ne è emerso è che, contrariamente a quanto inizialmente ipotizzato, le specie di scinchi a sangue verde non sono così strettamente imparentate tra loro, non discendono cioè da un unico antenato a sangue verde. Anzi, è più probabile che il progenitore comune fosse a sangue rosso e che la caratteristica del sangue vere si sia evoluta successivamente e in maniera separata in 4 rami diversi del gruppo.

Ma a che serve il sangue verde?

Per gli scienziati questo significa che in qualche modo il sangue verde conferisce un vantaggio evolutivo alle specie, ma quale sia è ancora un mistero. Dai primi test di Austin non sembra infatti che sia un estremo meccanismo di difesa: nessun effetto negativo è stato osservato nei predatori che si nutrono di scinchi a sangue verde. Studi precedenti avevano messo in luce proprietà antiossidanti della biliverdina, per esempio, ma non tutti sono convinti di questa spiegazione.

Un potenziale antimalarico

Susan Perkins, parassitologa all’American Museum of Natural History e co-autore dello studio pubblicato su Science Advances, ha una sua teoria: “Come parassitologa, gli scinchi dal sangue verde della Nuova Guinea mi affascinano perché un analogo prodotto del fegato, la bilirubina, è noto per essere tossico per il plasmodio della malaria umana. Continuando il lavoro con Austin potremo valutare il potenziale effetto della biliverdina sul plasmodio della malaria e su altri parassiti che infettano queste lucertole”.

Riferimenti: Science Advances

Mara Magistroni

Nata e cresciuta nella “terra di mezzo” tra la grande Milano e il Parco del Ticino, si definisce un’entusiasta ex-biologa alla ricerca della sua vera natura. Dopo il master in comunicazione della scienza presso la Sissa di Trieste, ha collaborato con Fondazione Telethon. Dal 2016 lavora come freelance.

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