Le testimonianze dei monaci per studiare eclissi ed eruzioni vulcaniche

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(Foto: Purnomo Capunk su Unsplash)

Monaci medievali, eclissi lunari, eruzioni vulcaniche e anche i cambiamenti climatici. Temi apparentemente scollegati, che si sono trovati fianco a fianco in un affascinante studio, appena pubblicato sulle pagine di Nature, condotto da un composito gruppo di ricercatori guidato da Sébastien Guillet dell’università di Ginevra. I documenti che i monaci ci hanno lasciato, e in particolare i dettagli sulle eclissi lunari, ci stanno tornando utili per studiare le eruzioni vulcaniche dell’epoca e comprendere meglio l’influenza che forse ebbero sui successivi cambiamenti climatici. Dettaglio non da poco, tutta questa storia la dobbiamo in parte a un album dei Pink Floyd.

Il contributo inconsapevole dei monaci

“Stavo ascoltando l’album dei Pink Floyd ‘Dark Side of the Moon’ quando mi sono reso conto che le eclissi lunari più scure si sono tutte verificate entro un anno circa dalle più grandi eruzioni vulcaniche”, racconta Guillet. “Dato che sappiamo esattamente quali sono i giorni delle eclissi, questo ha aperto la possibilità di usare gli avvistamenti per restringere il campo su quando le eruzioni devono essersi verificate”. Gli scritti che i monaci medievali ci hanno lasciato in eredità sono infatti un’eccezionale fonte di informazioni riguardo a eventi storici così come a fenomeni naturali. Di particolare interesse erano gli eventi che riguardavano la volta celeste: le fasi lunari e le eclissi venivano osservate con grande attenzione dai monaci cristiani vissuti in epoca medievale – come si legge in una Nature News and Views di commento all’articolo – dato che questi fenomeni venivano utilizzati per decidere la data delle celebrazioni religiose o il giusto momento per effettuare trattamenti medici, oltre che essere a volte interpretati come veri e propri segnali divini. L’aspetto che è risultato particolarmente utile ai ricercatori riguarda la descrizione del colore della Luna durante le eclissi: anche durante le eclissi lunari totali, ovvero quando la Terra si interpone fra Sole e Luna oscurandola con la sua “ombra”, la Luna rimane in parte visibile e assume una colorazione rossastra a causa dei raggi solari che vengono in parte riflessi dall’atmosfera terrestre e che riescono comunque a raggiungerla. Ma a seguito di un’eruzione vulcanica di grandi dimensioni, la quantità di polvere accumulata nell’atmosfera può essere tale da oscurare quasi completamente la Luna durante le eclissi. Descrivendo quelle che furono eclissi lunari particolarmente “scure”, i monaci ci hanno lasciato inconsapevolmente informazioni utili sulle eruzioni vulcaniche dell’epoca.


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Eruzioni vulcaniche e cambiamenti climatici

Ma come vengono studiate solitamente le eruzioni vulcaniche avvenute in passato? “Sapevamo di queste eruzioni solo perché avevano lasciato tracce nel ghiaccio dell’Antartide e della Groenlandia”, spiega Clive Oppenheimer, professore presso il Dipartimento di Geografia dell’università di Cambridge e co-autore dell’articolo. “Mettendo insieme le informazioni provenienti dai carotaggi nel ghiaccio e le descrizioni dei testi medievali, possiamo ora fare delle stime migliori su quando e dove si sono verificate alcune delle più grandi eruzioni di questo periodo”. Solitamente, infatti, i climatologi usano la quantità di ceneri vulcaniche rimasta intrappolata nei ghiacci polari per avere una stima dell’arco temporale durante il quale può essersi verificata una certa eruzione vulcanica. Un altro metodo è quello di dedurre i bruschi cambi di temperatura dovuti a questi fenomeni a partire da misurazioni che vengono effettuate sugli anelli che si formano nel tronco degli alberi durante la loro crescita. Questi metodi, tuttavia, sono spesso in disaccordo, come spiega ancora la Nature News and Views. L’approccio utilizzato in questo studio costituisce un’utile integrazione e sembra essere capace di fornire stime temporali anche molto accurate: “Conoscere la stagione nella quale i vulcani hanno eruttato è essenziale – continua Guillet – in quanto questo influenza la diffusione delle polveri vulcaniche e il raffreddamento e altre anomalie climatiche associate a queste eruzioni”. Markus Stoffel, professore presso l’Istituto di Scienze Ambientali dell’università di Ginevra e co-autore dell’articolo, sottolinea  infatti come alcune potenti eruzioni abbiano causato in passato abbassamenti delle temperature anche di un grado per gli anni successivi. In parte, si pensa, proprio a causa dell’accumulo di polveri nell’atmosfera, che vanno a costituire uno schermo per i raggi solari. “Migliorare la nostra conoscenza di queste altrimenti misteriose eruzioni – conclude Guillet – è fondamentale per capire se e come il vulcanismo del passato abbia influenzato non solo il clima ma anche la società durante il Medioevo”.

Via: Wired.it

Credits immagine: Purnomo Capunk su Unsplash