Mondiali 2014, un calcio anche al pianeta?

Il clamore e il tifo sportivo che in Italia e in altri Paesi suscitano le partite per la conquista della Coppa del Mondo di calcio 2014 non può farci dimenticare la realtà brasiliana. Non è un mistero che da settimane, in molte città, si svolgono manifestazioni per protestare contro le ingenti spese sostenute dal Governo Brasiliano per organizzare il Campionato 2014 e costruire dodici stadi, un terzo dei quali, sostengono i critici, non sarà in pratica sfruttato una volta terminato il Mundial.

Gli organizzatori delle proteste chiedono alle autorità di destinare maggiori investimenti al sistema sanitario, all’istruzione, alla sicurezza e alle infrastrutture di cui necessita il Paese. Importanti agenzie di stampa internazionali come The Associated Press hanno fornito informazioni sui costi delle opere gonfiati in corso d’opera a causa della corruzione, nonché sui disordini in atto. Apprendiamo, ad esempio, che il costo dello stadio di Brasilia è praticamente triplicato, giungendo a 900 milioni di dollari. Secondo l’agenzia Reuters U.S.  il costo totale dell’evento è valutabile in ben 11,3 miliardi di dollari. I ricavi dovuti al turismo e al resto bisognerà vederli in seguito.

Sono cifre che destano impressione e sfuggono, in pratica, al metro dell’uomo comune. Detto ciò, bisogna chiedersi anche quale sarà il costo ecologico dell’evento per il nostro fragile pianeta. In pratica cosa significherà in termini di CO2 emessa in atmosfera. Cerchiamo di capire come stanno le cose, tentando di districarci tra previsioni, annunci e critiche di vario genere.

Un importante documento che riguarda l’impronta di “carbonio”, emesso dalla Fédération Internationale de Football Association (Fifa) è disponibile da tempo, anche in rete. S’intitola “Summary of the 2014 FIFA World Cup Brazil™ Carbon Footprint”. A p. 15 è riportata una tabella, molto dettagliata, da cui risulta una previsione di ben 2,7 milioni di tonnellate di CO2 (tCO2e), comprendente non solo l’evento in sé ma anche i preparativi, i trasporti ecc.. Si legge infatti: “The carbon footprint for the 2014 FWC Brazil shows that the overall event is expected to generate just over 2.7 million tCO 2e, inclusive of Preparation, FCC Staging, and FWC Staging. FWC Staging accounts for the vast majority (90.8%), followed by FCC Staging, which contributes a significant fraction (7.8%), as well”.

Pochi giorni fa, il Ministro brasiliano per l’Ambiente Izabella Teixeira ha tenuto una conferenza stampa per dimostrare invece che si tratta della Coppa del Mondo più verde in assoluto. I dubbi rimangono e un illuminante articolo di Fiona McDonald (ABC Environment – Australian Broadcasting Company), pubblicato online il giorno 12 giugno, li elenca insieme alle fonti. Il Ministro ha dichiarato che l’evento in sé scaricherà in atmosfera 59.000 tonnellate di CO2 specificando che il tutto è stato ampiamente compensato dai “crediti” in CO2 ceduti da aziende che otterranno in cambio pubblicità. Coppa verdissima quindi? Mah…Il Ministro ha convenuto che la stima effettiva rimane di 1,4 milioni di tonnellate, inferiore comunque a quella della Fifa. Comprende i viaggi e la sistemazione di atleti, staff, spettatori e le trasmissioni televisive delle partite. Chissà se il sistema dei “crediti” compenserà anche questo?

Un altro discorso è quello degli sforzi che il Brasile ha fatto per rendere più sostenibile l’evento con il ricorso alle energie rinnovabili, in primo luogo il solare. Si calcola che i pannelli fotovoltaici della ricopertura dei due stadi interessati, totalmente alimentati con questi sistemi, produrranno circa 2,5 MW . Qualcuno ha fatto notare che il valore è addirittura superiore alla produzione nazionale fotovoltaica di 11 delle 32 nazioni partecipanti. E’ stato un investimento gigantesco che indubbiamente ha giovato allo sviluppo dell’industria locale, ma a che pro?

Nei giorni scorsi ci sono stati tumulti in appoggio a 200 professori scesi in sciopero contro gli stipendi troppo bassi. In un mese guadagnano meno del costo del biglietto per la partita inaugurale. Questo la dice lunga sulle contraddizioni di quel Paese. Ma rispetto ai grandi eventi sportivi del passato come stanno andando le cose? Il bravo Stefano Cosimi lo ha spiegato per www.wired.it. I Mondiali del Sud Africa sono stati fra i peggiori da questo punto di vista perché spararono in cielo 900.000 tonnellate di anidride carbonica ma, come ricorda lui, “nel conteggio sudamericano sono invece state inserite, oltre al mese di partite, anche i lavori realizzati negli anni precedenti”. Concordiamo con Cosimi che quello del Brasile è un risultato migliore anche se, “solo il traffico aereo sprigionerà l’equivalente di 560mila automobili in viaggio costante per un anno. E dunque i conti andranno fatti alla fine, come sempre”. Le emissioni sudafricane furono dieci volte superiori a quelle della manifestazione che si era tenuta precedentemente in Germania, inferiori comunque a quelle delle Olimpiadi di Londra che in sette anni produssero un impatto da 3,4 milioni di tonnellate di CO2.

Ci si può chiedere allora se, nonostante gli sforzi fatti, il Mundial costi comunque troppo al pianeta in termini di anidride carbonica. E’ bilancio non facile. Come riportato in uno degli interventi registrati da Fiona: “il calcio è un gioco da cui la gente si attende piacere e gioia”. Si può aggiungere che l’incontro di tanti popoli diversi, nel nome della passione e degli ideali sportivi, può essere benefico per la convivenza pacifica tra le nazioni. Basta questo per un pareggio?

Credits immagine: NASA/NOAA/GSFC/Suomi NPP/VIIRS/Norman Kuring

1 commento

  1. Il dilemma è forte: da una parte la manifestazione sportiva che tutti gli appassionati del Globo e gli atleti aspettano da tempo, dall’altra la salute e il rispetto del Pianeta. Non può essere certo sostenibile realizzare strutture che non avranno destino al termine delle competizioni sportive o che vengono costruite in gran fretta con il solo scopo di non disattendere le aspettative mondiali ma senza un progetto lungimirante ed ecocompatibile alla base. Credo che il popolo brasiliano sia giustamente indignato, e un certo sentimento d’indignazione dovrebbe nascere in tutti coloro che hanno seguito la vicenda dei Mondiali in Brasile. Da episodi come questi non rimane che imparare per non ripetere gli stessi errori ai prossimi appuntamenti mondiali.
    Riccardo

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