L’atmosfera, anzi no, la dieta sulla Stazione spaziale internazionale sta per farsi un po’ più piccante. La Nasa ha annunciato che tra novembre e gennaio prossimi spedirà in orbita tutto l’occorrente per coltivare piante di Capsicum annuum: il peperoncino Española sarà dunque il primo frutto che gli americani faranno crescere nello Spazio.
Non è semplice curiosità. Riuscire a far crescere piante e frutti commestibili nello Spazio è un punto cruciale in vista di lunghe missioni, magari alla conquista di altri mondi. Il viaggio di sola andata per Marte, per esempio, potrebbe durare anche 2 anni, ha spiegato alla Cnn il ricercatore della Nasa Jacob Torres, e il cibo preconfezionato fornito agli astronauti non sarebbe sufficiente a dare il giusto apporto di vitamine e nutrienti per mantenerli in salute. Occorrono alimenti freschi. Ma anche saporiti, perché non provare con il peperoncino?
I programmi per coltivare specie vegetali nello Spazio sono iniziati diversi anni fa. Già nel 1982 i sovietici riuscirono a far crescere in orbita l’organismo modello Arabidopsis, e dal 2003 gli astronauti russi possono gustare qualche prelibatezza fresca, tra cui i piselli. Le prime piante commestibili della Nasa, invece, risalgono al 2015 e oggi sulla Iss vengono coltivati diversi ortaggi: tre tipi di lattughe, cavolo cinese, bietole, ravanelli. Il peperoncino Española, però, sarà il primo frutto.
Perché proprio il peperoncino? Ci sono diverse ragioni per cui la scelta è capitata su un frutto così particolare. Da sempre gli astronauti lamentano la mancanza di sapore nella dieta sulla Iss, un fattore forse dovuto al preconfezionamento, ma si pensa anche alla perdita del senso del gusto legata alle condizioni di microgravità: il sangue confluisce alla testa dando agli astronauti la sensazione di un perenne raffreddore. Anche la vista sembra essere in parte compromessa, e secondo gli esperti della Nasa un apporto maggiore di vitamine potrebbe migliorare le condizioni degli equipaggi in orbita. I peperoncini rispondono a entrambe le esigenze: sono molto ricchi di vitamina C e danno sapore ai cibi.
Inizialmente la scelta era caduta sul peperoncino Hatch, una qualità tipica del Nuovo Messico, ma appena arrivato per il suo internato alla Nasa Torres, che è originario proprio di quella regione, suggerì di optare invece per la qualità Española, che cresce a altitudini più elevate e più rapidamente. Questa pianta ben si adatta alla coltivazione nel sistema Advanced Plant Habitat (l’apparato che consente agli astronauti di coltivare le piante in orbita sulla Iss in condizioni controllate), è facile da impollinare e i frutti possono essere anche consumati crudi.
Superati tutti i test a Terra, per il peperoncino è il momento di spiccare il volo.
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