Nelle mani le prime parole

I ritmi di canzoni, ninne nanne, e persino di gesti e giochi sarebbero più importanti del cosiddetto linguaggio parlato per lo sviluppo cerebrale del bambino e, addirittura fondamentali per la sua capacità di imparare a parlare. E’ quanto emerge da un articolo pubblicato su Nature da Laura Ann Petitto, del Dipartimento di Educazione e di Scienze psicologiche del Dartmouth College. Nello studio, intitolato “I ritmi del linguaggio nei movimenti delle mani dei bambini”, La Petitto sostiene che è proprio dei bimbi percepire i ritmi di ciò che ascoltano, ma anche di ciò che vedono soltanto. E questi si tradurrebbero in movimenti specifici delle mani. L’esperimento è consistito nell’applicare dei diodi, collegati a un computer, sulle mani di bambini di 6, 10 e 12 mesi, per 60 minuti. Quelli sottoposti a un linguaggio gestuale e privo di suoni hanno fatto registrare due tipi di movimenti: uno, per così dire, più rapido e l’altro più lento e ordinato. Mentre i bambini all’ascolto di un vero e proprio linguaggio parlato hanno dato luogo a un solo tipo di movimento, quello più rapido. In entrami i casi, il risultato è lo stesso: prima ancora che con i suoni la comunicazione passa attraverso una sorta di linguaggio gestuale. (d.d.v.)

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