Neurocomic, come spiegare il cervello a fumetti

Libri di testo, documentari, televisione. Negli anni abbiamo imparato che la scienza può essere raccontata in mille modi, fumetti compresi. Hana Ros e Matteo Farinella (due neuroscienziati) ce lo dimostrano con il loro Neurocomic, una graphic novel con cui hanno provato a rendere più accessibile un argomento complesso e – è proprio il caso di dirlo – intricato: il funzionamento del cervello.

“Le neuroscienze sono una disciplina relativamente recente, che solo negli ultimi venti anni sta cominciando a dare risposte concrete”, sostiene Farinella, che è anche il disegnatore, “ma c’è ancora moltissimo da scoprire e siamo tutti, naturalmente, affascinati dalle frontiere di questa disciplina. Le neuroscienze stanno diventando sempre più diffuse ma rimangono avvolte da un’aura di mistero e, come sempre in questi casi, è alto il rischio di sensazionalismo e disinformazione. Neurocomic cerca di spiegarne le basi in maniera chiara e semplice, e spero soprattutto che possa fornire al lettore la sicurezza per continuare il proprio viaggio alla scoperta di questo campo”.

Ros e Farinella hanno voluto che a raccontare il funzionamento del nostro cervello fosse il viaggio del protagonista all’interno della propria mente, e lo hanno fatto scegliendo di usare la nona arte, quella che per molti non è altro che materiale per ragazzi. “Il fumetto ha ripetutamente provato di essere il mezzo ideale per rendere accessibile argomenti complessi”, ha spiegato Farinella, “Inoltre, credo che la componente visuale del fumetto possa essere particolarmente utile per illustrare concetti scientifici, che spesso sono difficili da spiegare a parole, e magari non sempre possono essere documentati da film e fotografie”.

Nel suo viaggio tra sogni, strane creature e ogni sorta di insidia, il novello Ulisse farà degli incontri molto speciali. Santiago Ramòn y Cajal, Camillo Golgi e Ivan Pavlov sono solo alcuni dei pionieri delle neuroscienze che faranno da guida al protagonista.

“Spero che un appassionato di scienza possa apprezzare la parte più fumettistica di Neurocomic: magari le metafore che abbiamo scelto per rappresentare cellule e molecole possono offrire una nuova prospettiva o consolidare concetti già conosciuti”, continua Farinella: “Un lettore che non sa niente sull’argomento, invece, mi auguro che possa semplicemente immergersi nella storia senza preconcetti e scoprire che la scienza può essere più avventurosa di quel che pensava e andarsene più curioso di prima”.

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