Categorie: Spazio

New Horizons: stiamo per incontrare Plutone

Manca meno di un mese ormai allo storico incontro della sonda della Nasa New Horizons con il pianeta nano Plutone, ai confini del Sistema solare. Ancora una trentina di milioni di km da percorrere per la prima missione di esplorazione del pianeta. L’incontro ravvicinato è previsto per il prossimo 14 luglio, quando la sonda sfiorerà Plutone alla distanza di 12500 km, dopo un viaggio lungo oltre nove anni, per studiare il pianeta nano e le sue lune (cinque quelle note) e la fascia di Kuiper.

Solo tre giorni fa la Nasa ha fatto sapere di aver eseguito una piccola manovra (una variazione di appena 52 cm/s) per aggiustare la traiettoria della sonda in vista dell’incontro col pianeta, senza la quale il punto di arrivo sarebbe stato mancato di circa 750 km. Ora, il team di New Horizons continuerà a controllare che tutto vada come previsto, avendo come altra possibilità di correzione del percorso il 24 giugno.

Dalla Nasa fanno sapere che la sonda (un’altra addormentata spaziale, insieme alla missione Rosetta) è in buona salute e che gli strumenti a bordo stanno operando come normalmente. Continueranno quindi nei prossimi giorni le attività di supervisione della sonda, che solo qualche giorno fa, attraverso il Long Range Reconnaissance Imager montato a bordo aveva rispedito a casa le immagini di diverse facce di Plutone, ripreso cioè dalla navicella durante la sua rotazione. 


(foto:  NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute)

La sonda però non si occuperà solo del pianeta nano, scattando foto e analizzandone variazioni di colore, temperatura, superficie e atmosfera. Di grande interesse sarà anche di studiare le lune di Plutone, che secondo le osservazioni compiute dal telescopio spaziale Hubble si comportano in maniera alquanto strana. Due di questi satelliti naturali (Notte e Idra) infatti oscillano in maniera imprevedibile, a causa del fatto che si trovano immerse in un campo gravitazionale che cambia continuamente, creato a sua volta dal sistema doppio Plutone-Caronte (quest’ultimo è il satellite maggiore del pianeta, ma l’idea di considerarlo tale è stata più volte messa in discussione). Effetto questo amplificato anche dalla strana forma delle lune, come mostra l’immagine che segue per Notte: a forma di palla da baseball piuttosto che sferica.


(Credits immagine: NASA/ESA/M. Showalter (SETI)/G. Bacon (STScI) )

New Horizons ora si occuperà di studiare in dettaglio quanto portato alla luce da Hubble, cercando di capire anche se esistono altre lune o qualcosa simile a degli anelli intorno al sistema. Nel frattempo occhi puntati anche sull’ambiente circostante, a caccia di dati sul vento solare, sulle particelle energetiche e sulle concentrazioni di polvere.

Credits immagine copertina: Nasa

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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