Sì, contro Covid-19 avremo vaccini aggiornati per omicron

vaccini omicron
(Foto: Towfiqu barbhuiya on Unsplash)

Il comitato per i medicinali per uso umano dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato l’autorizzazione di due vaccini bivalenti contro Covid-19, aggiornati per fornire una protezione più ampia contro le varianti di Sars-cov-2. Lo annuncia Ema stessa in una nota. I nuovi vaccini, versioni adattate di quelli a mRna Comirnaty (prodotto da Pfizer/BioNTech) e Spikevax (prodotto da Moderna) in grado di colpire, oltre che il ceppo originale, anche la variante omicron del coronavirus, sono destinati a essere somministrati in persone di età pari o superiore a 12 anni che hanno completato almeno la vaccinazione primaria contro Covid-19. Il parere dell’Ema è stato trasmesso alla Commissione europea, che prenderà una decisione finale al riguardo.

Tenere sotto controllo l’evoluzione della pandemia

Man mano che la pandemia di Covid-19 si evolve, aumenta anche la diffusione delle varianti di Sars-cov-2: in particolare, a partire dall’inizio del 2022, omicron e le sottovarianti associate a questo lignaggio (come, per esempio, omicron 2 e omicron 5) hanno iniziato a diffondersi velocemente, scalzando le altre varianti di coronavirus circolanti. Questo ha portato le autorità sanitarie a cercare strategie per continuare a contrastare la pandemia: tra queste, l’adozione di vaccini aggiornati, in grado di ampliare la risposta immunitaria contro diverse varianti di Sars-cov-2 e che dovrebbero quindi aiutare a mantenere una protezione ottimale contro Covid-19 mentre il virus si evolve e continua a diffondersi.

Tra i nuovi vaccini sviluppati dalle aziende biotech vi sono anche Comirnaty Original/Omicron Ba.1 e Spikevax Bivalent Original/Omicron Ba.1, due vaccini a mRna prodotti rispettivamente da Pfizer/BionTech e da Moderna, diretti sia contro il ceppo originario sia contro la variante omicron di Sars-cov-2. Si tratta della versione aggiornata di Comirnaty e Spikevax, i vaccini a mRna, tra i protagonisti delle scorse campagne vaccinali contro Covid-19. I vaccini bivalenti funzionano con lo stesso meccanismo dei loro predecessori: essi, infatti, contengono molecole di mRna che hanno le istruzioni per produrre le proteine ​​spike sia appartenenti al ceppo di Sars-cov-2 originario sia alla variante omicron, che in effetti presenta diverse mutazioni a carico della proteina stessa. 

Quando una persona riceve il vaccino aggiornato, quest’ultimo insegnerà al suo sistema immunitario a reagire, qualora dovesse entrarvi in contatto, sia nei confronti di spike di Sars-cov-2 originario sia della variante omicron. In questo modo, somministrare un vaccino del genere dovrebbe garantire una protezione più ampia rispetto alla vaccinazione primaria (che prevedeva, ricordiamo, la somministrazione di vaccini diretti contro spike di Sars-cov-2 originario).

Gli studi a favore e il futuro dei vaccini

Il parere di Ema, che raccomanda l’autorizzazione di entrambi i vaccini aggiornati alle persone di età pari o superiore ai 12 anni almeno dopo tre mesi dal completamento della vaccinazione primaria o dalla somministrazione della dose di richiamo, si basa su diversi studi che ne hanno testato la sicurezza e l’efficacia. In particolare, gli studi (che complessivamente hanno coinvolto più di 3200 persone) hanno dimostrato che i due vaccini bivalenti sono in grado di innescare forti risposte immunitarie contro omicron e Sars-cov-2 originario in persone precedentemente vaccinate (anche in quelle con dose di richiamo). 

In particolare, i vaccini si sono dimostrati più efficaci nell’innescare risposte immunitarie contro omicron rispetto ai vaccini originali, mentre l’efficacia nei confronti del ceppo originario è rimasta praticamente invariata. Per quanto riguarda gli effetti collaterali osservati, tipicamente lievi e di breve durata, essi erano paragonabili a quelli osservati con i vaccini a mRna originali che comunque – ricorda l’Ema – sono ancora efficaci nel prevenire la malattia grave, le ospedalizzazioni e i decessi associati a Covid-19 e che continueranno a essere utilizzati nelle campagne di vaccinazione nell’Unione europea.

Il parere del comitato è stato trasmesso alla Commissione europea, che emetterà una decisione finale giuridicamente vincolante applicabile in tutti gli Stati membri dell’Ue. Saranno poi le autorità nazionali degli Stati membri dell’Ue a determinare chi dovrebbe ricevere quali vaccini e quando, tenendo conto di fattori come i tassi di infezione e ospedalizzazione, del rischio per le popolazioni vulnerabili, della copertura vaccinale e la disponibilità di vaccini. Nel frattempo, altri vaccini aggiornati, che incorporano altri lignaggi di Sars-cov-2, come le sottovarianti di omicron Ba.4 e Ba.5, sono attualmente in fase di revisione da parte dell’Ema o saranno presentati a breve e, se autorizzati, estenderanno ulteriormente l’arsenale di vaccini disponibili.

Via: Wired.it

Credits immagine: Towfiqu barbhuiya on Unsplash