“La conoscenza non ha frontiere. Il mercato globale per l’eccellenza dei talenti è estremamente competitivo. L’Europa non può permettersi di perdere i suoi migliori ricercatori e docenti, e guadagnerebbe enormemente se riuscisse ad attrarre talenti da altre parti del mondo. Ridurre il finanziamento disponibile per la ricerca di eccellenza vuol dire un minor numero di ricercatori preparati. Se ci fosse una seria riduzione del budget per la ricerca e l’innovazione da parte dell’Unione Europea, rischieremmo di perdere una generazione di scienziati di talento proprio nel momento in cui l’Europa ne ha più bisogno”. Firmato 44 premi Nobel e 6 medaglie Fields, i nobel della matematica, che si sono rivolti così ai leader europei riuniti a Bruxelles il prossimo 22-23 novembre per discutere il budget per gli anni 2014-2020.
La richiesta (qui la lettera completa) è che il futuro della scienza non venga tagliato dalla crisi, ma anzi perché Horizon 2020 – il piano europeo per il finanziamento della ricerca e dell’innovazione, successore del Settimo Programma Quadro, che ammonta a circa 80 miliardi di euro (Vedi Galileo: Horizon 2020: 80 miliardi per la ricerca europea) – sia rafforzato. A fare eco alla lettera dei premi Nobel, sono arrivate oltre 100mila firme: ricercatori, membri di istituzioni scientifiche e privati cittadini, che hanno sottoscritto l’appello (qui è possibile aggiungersi alla lista firmando la petizione online). Sono quasi diecimila al momento quelle italiane.
Come racconta Nature, che chiama l’iniziativa una campagna internazionale contro l’austerity, a preoccupare gli scienziati sarebbero state le recenti dichiarazioni della presidenza cipriota a capo del consiglio dell’Unione Europea, che avrebbe proposto una revisione al ribasso in tutti i settori del bagdet della Ue, Horizon 2020 incluso. “Se ci saranno dei tagli – cosa che sfortunatamente è piuttosto sicura – la questione è dove tagliare”, ha commentato Wolfgang Eppenschwandtner della Initiative for Science in Europe, che coordina la petizione: “Il nostro messaggio è che se i tagli sono necessari, per favore non riguardino la ricerca”.
Ma oltre a firmare la petizione si può fare qualcosa di più. Si può dire la propria. In Italia il Ministero dell’Istruzione infatti ha aperto una consultazione pubblica per contribuire alla stesura di Horizon 2020 Italy, il documento con cui tracciare la strategia di ricerca del Belpaese nei prossimi anni. Rivolta a tutti: ricercatori, enti e istituzioni che svolgono o finanziano la ricerca, ma anche cittadini interessati. Gli strumenti della consultazione pubblica sono un questionario (36 domande con cui dire la propria su come aumentare la competitività di ricerca e innovazione o come promuovere la circolazione dei risultati) e uno spazio di discussione pubblica per dar voce alle proprie idee, commentare o votare quelle altrui. Per farlo c’è tempo ancora una settimana (l’11 novembre si chiudono le consultazioni), dopo di che le proposte e i dati raccolti dai questionari verranno analizzati e considerati per la redazione di Horizon 2020 Italy, attesa per la fine dell’anno.