Nubi su Sorrento

L’incertezza domina sull’apertura dei lavori della 56ª Commissione baleniera internazionale. A partire dal 19 luglio Sorrento sarà la prima località italiana a ospitare la Iwc (International Whale Commission), dal 1946 chiamata a regolamentare la caccia alla balena. Ma quest’anno il fronte dei paesi conservazionisti, a cui appartiene l’Italia, rischia di perdere la maggioranza che ha detenuto negli anni recenti. Le nuove nazioni che faranno il loro ingresso nella Commissione potrebbero infatti dar man forte ai paesi cacciatori che passerebbero così dai 21 dell’anno scorso a 27.In questi anni sono entrati nella Iwc stati dei Caraibi, dell’Africa e del Sud Pacifico, reclutati dal Giappone con pressioni economiche: adesso è la volta della piccola Kiribati. Ma non è detta l’ultima parola, anche i paesi conservazionisti aumenteranno di numero. Il Belgio farà il suo ingresso nella Commissione e il Kenya riconquisterà il diritto di voto dopo aver negoziato con l’Iwc il pagamento della tassa annuale che consente di partecipare alle deliberazioni. Il vero problema secondo Giuseppe Notarbartolo di Sciara, vice capo delegazione dell’Italia al meeting ed esperto di cetacei è che “si è persa la fiducia reciproca tra i blocchi. Per i balenieri, il fronte delle nazioni ‘like minded’, cioè quelle animate dal comune intendimento di salvaguardare i cetacei, tradisce lo spirito della convenzione, nata per regolamentarne la caccia”. Per contro, nonostante la moratoria entrata in vigore nel 1986, lo scorso anno la Commissione ha autorizzato l’uccisione di oltre 1700 esemplari di grandi cetacei cacciati principalmente da Norvegia, Islanda e Giappone.A Sorrento si riunirà per la prima volta anche il Comitato per la conservazione, istituito durante l’incontro di Berlino dello scorso anno. Perché oltre alla caccia, anche altri fattori, come il degrado dell’habitat marino e la cattura accidentale durante l’attività di pesca, il cosiddetto by-catch, mettono a repentaglio la sopravvivenza delle 80 specie di cetacei oggi esistenti. Tuttavia, l’azione del comitato potrebbe essere stroncata sul nascere se gli equilibri interni della Commissione si spostassero immediatamente a favore dei balenieri. Incerta dunque anche l’istituzione di nuove aree marine protette riconosciute a livello internazionale, i cosiddetti santuari delle balene. E non sarà facile conservare neppure quelli esistenti: il Santuario antartico, creato nel 1994, sarà oggetto, a dieci anni di distanza, di una nuova deliberazione sulla sua utilità o meno.Ma che cosa accade nel Mediterraneo, dove sono di casa delfini, capodogli e alcune specie di balenottera? Qui è stato creato nel 1999 il Santuario Pelagos frutto di un accordo internazionale tra Francia, Italia e Principato di Monaco. L’area protetta si sviluppa per più della metà della sua estensione in acque internazionali e rappresenta un esempio di come le attività umane possano coesistere e integrarsi con la salvaguardia dei cetacei. Costante anno dopo anno è l’aumento degli appassionati di whale watching che su imbarcazioni autorizzate si spingono in mare aperto per ammirare i cetacei senza disturbarli troppo.Il Wwf che insieme a Greenpeace partecipa alla delegazione italiana avanzerà in Commissione la proposta di istituire un nuovo santuario nelle isole Pelagie, nel braccio di mare compreso tra Sicilia e Tunisia. Ma sia questa sia le altre proposte di aree protette nel Sud-Pacifico e nel Sud-Atlantico diventeranno realtà solo con il responso favorevole della maggioranza qualificata della commissione, pari ai tre quarti dei votanti. Un traguardo difficile da raggiungere visto il sostanziale equilibrio tra le parti in causa.Ma le associazioni conservazioniste non si danno per vinte. Il 18 luglio un raduno velico organizzato da Greenpeace nel mare di fronte a Sorrento vedrà protagonisti tra gli altri Giovanni Soldini, i Navigatori per caso e Cino Ricci a riprova dell’interesse che la salvaguardia dei cetacei sempre suscita. Per dare man forte ai conservazionisti è arrivato a Sorrento, a bordo del suo veliero, l’Odyssey, anche Roger Payne, esperto di cetacei e tra i più convinti fautori della salvaguardia delle balene nelle acque polari.“Negli ultimi cinquant’anni il rapporto tra esseri umani e animali si è radicalmente trasformato privando di significato molti comportamenti del passato, come la caccia alle balene. È quindi importante ridiscuterne sulla base della attuale sensibilità”, afferma Notarbartolo. Ma tutto resta incerto fino alla sera del 22 luglio quando si tireranno le somme dei lavori, con la consapevolezza, da parte dei conservazionisti, che mancare quest’occasione per salvaguardare i cetacei può essere molto pericoloso visto che il prossimo meeting si svolgerà in Corea, a due passi dal Giappone.

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