Risultati preliminari mostrano l’efficacia di un trattamento innovativo per il morbo di Crohn, una malattia cronica dell’apparato gastrointestinale che ha inizio solitamente tra i 20 e i 30 anni di età. Finora si pensava che all’origine del disturbo ci fosse un’iperattività del sistema immunitario. E di conseguenza sono state sviluppate delle terapie per sopprimere l’eccessiva risposta immune. Ma su alcuni pazienti queste cure non hanno alcun effetto. Così Brian K. Dieckgraefe e Joshua R. Korzenik della Washington University School of Medicine hanno studiato un trattamento alternativo, che si basa al contrario su una stimolazione del sistema immunitario. L’idea è fondata sull’osservazione che alcuni disordini genetici caratterizzati da immunodeficienza causano sintomi del tutto simili a quelli del morbo di Crohn. Nello studio, pubblicato su The Lancet, i ricercatori hanno sottoposto 15 pazienti a questa nuova terapia. In particolare hanno somministrato loro iniezioni quotidiane di GM-CSF, una proteina che stimola la proliferazione dei globuli bianchi. E 12 dei 15 malati hanno avuto un netto miglioramento dei disturbi. Ora i ricercatori, in accordo con l’industria che produce il farmaco basato sul GM-CSF, hanno già predisposto dei trial clinici su un più ampio campione di individui. (v.n.)