Ambiente

Una mongolfiera arcobaleno negli abissi: è un nuovo ctenoforo

È una creatura simile a una mongolfiera con due lunghi fili che la tengono ancorata al terreno mentre fluttua negli abissi, a 4000 metri di profondità. La luce rifrange sul suo corpo trasparente, creando un effetto arcobaleno. E’ il Duobrachium sparksae, una nuova specie di ctenoforo osservata dalle telecamere ad alta definizione del “Deep Discoverer”, veicolo telecomandato senza equipaggio attaccato a una nave della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), al largo delle coste di Porto Rico. L’osservazione risale ormai a qualche anno fa, ma è uno studio appena pubblicato su Plankton & Benthos Research che ne conferma l’esistenza e fa le presentazioni ufficiali, illustrando le caratteristiche uniche di questo affascinante animale. E lo fa basandosi esclusivamente sui video ad alta definizione.

Una nuova specie di ctenoforo

Come ricorda ScienceAlert, gli ctenofori – da “ktenos”, pettine e “phoros”, portatori – sono chiamati anche “noci di mare”, “uva spina di mare”, “cinture di Venere” o “gelatine pettine”, sono predatori carnivori marini simili a meduse (ma privi di cellule orticanti), caratterizzati da otto file di ciglia che si muovono in modo sincrono. A oggi, i ricercatori ne conosco circa 150, ricordano dalla Noaa, e sono animali abbastanza misteriosi: essendo il loro corpo costituito prevalentemente da acqua, è molto difficile che possano fossilizzarsi e dunque essere studiati. Alcuni esperti hanno ipotizzato che le “gelatine pettine” si siano evolute indipendentemente dalle altre specie marine primitive, come le spugne, e siano alla base dell’albero della vita animale.

Quando i ricercatori della Noaa hanno guardato lo strano organismo che fluttuava, hanno pensato subito alle caratteristiche di uno ctenoforo. Ma non avendo mai visto nulla di simile, come hanno affermato, hanno ipotizzato la scoperta di una nuova specie.

Lo ctenoforo a “mongolfiera”

Dopo la prima esplorazione del Deep Discoverer in cui a sorpresa è comparso l’affascinante animale, il veicolo ne ha fatte altre, filmando più da vicino anche un secondo e un terzo esemplare. “Erano organismi bellissimi e unici”, ha detto Mike Ford, uno degli autori dello studio, “si muovevano come una mongolfiera attaccata al fondo da due fili, mantenendo sempre la stessa altezza”. Grazie al sistema di telecamere ad alta definizione, dotato anche di scala di misurazione, gli studiosi sono riusciti a capire che il corpo trasparente misurava circa 6 cm e i lunghi tentacoli dai 30 ai 56 centimetri. Hanno visto anche i dettagli degli organi interni, comprese le gonadi blu e bianche contenti le uova.

Filmati ad alta definizione

Di solito, gli scienziati, quando devono analizzare una nuova specie, ne prelevano alcuni campioni e li studiano in laboratorio. La tassonomia si basa su esemplari fisici conservati nei musei: usare prove fotografiche è considerato un metodo controverso, raccontano gli esperti. Ma il Deep Descovery non era attrezzato per prendere campioni, così ha solo filmato. Nonostante questo, il team – dopo un processo durato 5 anni, che ha compreso l’analisi dei video, la consultazione degli esperti e il confronto della letteratura già esistente – non ha avuto problemi a farsi pubblicare lo studio. “Speriamo comunque di riuscire a trovare di nuovo lo Duobrachium sparksae per prelevarne il tessuto genetico e avere molte altre informazioni”, ha concluso Ford.

Riferimenti: Noaa, Plankton & Benthos Research

Virginia Marchionni

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