Roma è la città italiana candidata a ospitare le Olimpiadi del 2020. Andando al di là della polemica italiana sulla scelta che ha visto esclusa Venezia, è proprio vero che un grande evento sportivo assicura alla popolazione locale dei vantaggi socio-economici? La risposta è che non ci sono prove sufficienti per affermarlo, secondo quanto scrive sul British Medical Journal un gruppo di ricerca coordinato da Gerry McCartney del Medical Research Council Social and Public Health Sciences Unit (Gb).
In previsione delle Olimpiadi e Paraolimpiadi che si terranno a Londra nel 2012 e dei Giochi del Commonwealth del 2014 di Glasgow, i ricercatori hanno passato in rassegna parte della letteratura scientifica dedicata all’analisi dell’impatto socio-economico e delle conseguenze sulla salute pubblica dei grandi eventi sportivi. Dopo aver revisionato 54 pubblicazioni sul tema collezionate tra il 1978 e il 2008, McCartney e la sua equipe hanno concluso che non esistono prove sufficienti per dire che le grandi manifestazioni sportive siano sinonimo di crescita economica per le comunità locali.
Il problema, secondo i ricercatori, è che gli studi in questione soffrono di carenze metodologiche e spesso non valutano in modo corretto il rapporto tra i costi e i benefici conseguenti a un grande evento, soprattutto nell’ambito della salute pubblica. Fatte queste considerazioni, non è lecito affermare che “eventi futuri come le Olimpiadi del 2012 o i Giochi del Commonwealth del 2014 porteranno automaticamente benefici alla popolazione locale inglese”. Se è vero, come scrive in un editoriale del BMJ il professor Mike Weed della Canterbury Christ Churchdel University, che per i giochi olimpici del 2012 sono stati spesi circa nove miliardi di sterline, è lecito chiedersi quanti di questi soldi torneranno nelle tasche dei londinesi sotto forma di nuovi posti di lavoro, investimenti, miglioramento nella qualità della vita. (m.s.)
Riferimento: BMJ 2010;340:c2369, doi: 10.1136/bmj.c2369