Categorie: Società

Oltre la società tecnocratica

Massimiano Bucchi
Scegliere il mondo che vogliamo. Cittadini, politica, tecnoscienza
Il Mulino, 2006
pp. 200, € 12,00

 

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La tecnoscienza, i cittadini e la politica sono i temi e i protagonisti del nuovo libro di Massimiano Bucchi, docente di Sociologia della Scienza presso l’Università di Trento. La tecnoscienza, termine usato l’autore per riferirsi sia ad attività di ricerca scientifica sia a processi di innovazione tecnologica, è il collante che tiene uniti i quattro capitoli del libro. E’ il terreno su cui cittadini, scienziati e policy makers si scontrano, dialogano e decidono. A partire da esempi in Europa ma anche oltreoceano, l’autore analizza i motivi per cui le due visioni fino a ora più utilizzate per la risoluzione di controversie tecnoscientifiche non possono essere le risposte adatte a quesiti tanto complessi come quelli che coinvolgono le moderne scienze, in cui la componente sociale non può essere separata dal contesto strettamente scientifico.

La soluzione tecnocratica, che si fonda sulla delega delle decisioni agli esperti, e la risposta etica, secondo cui le questioni possono essere risolte secondo i valori morali dell’individuo, si dimostrano solo una scorciatoia a un rimodernamento necessario dei processi democratici. I cittadini sono i protagonisti della riflessione che emerge evidente lungo tutto il libro. Sono coloro che scendono in piazza per protestare contro la Tav, l’energia nucleare o gli Ogm, ma sono anche coloro che organizzandosi in associazioni come l’Association Francaise contre les Myopathies (Afm) promuovono una serie di importanti iniziative, come la fondazione di propri istituti di ricerca e maratone televisive per la raccolta di fondi, che hanno cambiato la faccia della scienza. E sono coloro a cui si rivolgono le istituzioni nelle più moderne democrazie in cui tramite meccanismi di partecipazione attiva della cittadinanza, vengono chiamati a esprimere i loro pareri riguardo all’introduzione e all’utilizzo di innovazioni scientifiche.

La politica e l’intervento delle istituzioni nelle controversie tecnoscientifiche è quanto viene caldeggiato da Bucchi come unica possibile soluzione. Ma quale politica e quale democrazia devono essere prese in considerazione? Sicuramente non i meccanismi della consultazione popolare tramite referendum o del voto a maggioranza, metodi tradizionali che cercano di risolvere la questione in maniera semplicistica non tenendo conto delle molteplici voci in gioco. Nel panorama della società, della politica e della democrazia stessa, mutati anche grazie l’avvento delle scoperte tecnoscientifiche, occorrono nuovi modi di integrazione e partecipazione pubblica stabili a partire dalla definizione dell’agenda della tecnoscienza e servono soprattutto delle procedure decisionali che garantiscano trasparenza. Perché come dice l’autore, la partecipazione dei cittadini nelle questioni e nelle controversie non è un pegno da pagare per permettere l’avanzamento della scienza, ma un processo già in atto in cui i cittadini occupano spazi di discussione che si lasci loro l’opportunità o meno.

Mediante un’analisi degli avvenimenti che hanno segnato l’acuirsi degli scontri tra la società e la comunità scientifica e quelli che hanno avvicinato la scienza al pubblico dei non esperti, il libro pone l’accento su domande centrali che qualunque società oggigiorno si sta ponendo alla ricerca della propria identità e verso la scelta del proprio futuro.

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