L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha appena tolto dalla lista delle malattie mentali la transessualità. Più precisamente, l’agenzia ha deciso di lasciarla comunque all’interno della sua nuova e undicesima versione dell’International Classification of Disease, che comprende oltre 55 mila patologie, ma in un nuovo capitolo, chiamato “condizioni di salute mentale”.
“L’incongruenza di genere è stata rimossa dalla categoria dei disordini mentali dell’International Classification of Diseases per essere inserita in un nuovo capitolo delle condizioni di salute sessuale”, si legge in una nota dell’Oms. “È ormai chiaro che non si tratti di una malattia mentale e classificarla come tale può causare una enorme stigmatizzazione per le persone transgender”.
La decisione dell’Oms di lasciarla comunque all’interno dell’Idc è per garantire l’accesso alle importanti cure sanitarie (come le cure ormonali) che le persone transgender possono chiedere. “La transessualità”, spiega Lale Say, coordinatrice del team dell’Oms che gestisce le problematiche di adolescenti e popolazioni a rischio, “è stata collocata in un capitolo di nuova creazione, per dare spazio a condizioni collegate alla salute sessuale e che non necessariamente hanno a che fare con altre situazioni codificate nell’Icd”.
Ovviamente, la rimozione della transessualità dalla lista delle malattie mentali è stata accolta con entusiasmo da tutte le associazioni Lgbt. “Finalmente una bella notizia che aspettavamo da tempo”, ha commentato l’attivista Lgbt Vladimir Luxuria. “È un segnale positivo che fa capire che chi è a disagio con il proprio corpo anagrafico e lo modifica per armonizzarlo alla sua mente non è un disturbato ma una persona che ha diritto a pari opportunità affettive e lavorative”.
Come vi avevamo raccontato ieri, invece, la nuova versione dell’Idc comprende la dipendenza da videogame, o “gaming disorder”, che da ora verrà quindi considerata ufficialmente come una vera e propria patologia. Precisiamo, infine, che la nuova classificazione sarà presentata all’Assemblea mondiale della sanità a maggio del 2019, per poi entrare in vigore a gennaio del 2022.
Via: Wired.it
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