BURNOUT, letteralmente consumarsi. È una parola che chiunque abbia a che fare ogni giorno con il cancro conosce bene. È il senso di impotenza, la depersonalizzazione, l’isolamento emotivo che consegue al sovraccarico di lavoro, allo stress di essere sempre a contatto con la malattia e il dolore. Una sindrome che non colpisce solo i pazienti, ma anche le figure di assistenza, come gli oncologi. Soprattutto se donne al di sotto dei 40 anni. Per loro è nato il progetto “Burnout go out”, una settimana di incontri di formazione psicologica per acquisire consapevolezza e prevenire le conseguenze del burnout, mantenendo elevata la lucidità e la qualità del lavoro, affiancati da lezioni pratiche di vela “per imparare a strambare nella vita quotidiana”. Il progetto pilota si è svolto dal 21 al 18 luglio scorsi, a Caprera.
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