Lotta a ebola: l’epidemia non si ferma, l’Onu aumenta gli sforzi

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(Credits: World Bank / Vincent Tremeau via Flickr CC)

Più mezzi e impegno nella lotta a Ebola in Congo: ad annunciarlo oggi, a dieci mesi dall’inizio dell’epidemia, è l’Onu, che metterà in campo una serie di misure in collaborazione con il governo locale e i propri partner. A dieci mesi dallo scoppio dell’epidemia, infatti, nella Repubblica Democratica del Congo la situazione non migliora. Anzi, nelle ultime settimane il numero delle persone colpite è in costante aumento. Sono quasi 2000 i casi segnalati, più di 1200 le vittime confermate del virus. Che continua a diffondersi nella zona, complice una situazione difficile: nel Nord Kivu, epicentro dell’epidemia, la presenza di gruppi armati, le minacce agli operatori sanitari, la diffidenza della popolazione locale rendono complicata la lotta a ebola. Il pericolo che si diffonda all’interno del paese e varchi i confini è elevato. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nei giorni scorsi aveva annunciato un nuovo piano di vaccinazione: ridurre le dose del vaccino per proteggere più persone. Un tentativo di cambiare e potenziare la lotta contro il virus.

Lotta a ebola anche con azioni politiche e sociali

Tre i punti chiavi del rafforzamento della lotta a ebola annunciato dalle Nazioni Unite: più impegno politico e operativo per raggiungere le comunità locali; sostegno al coordinamento umanitario e potenziamento delle misure di prontezza e pianificazione. Misure che le Nazioni Unite stanno portando avanti tramite nuove nomine di esperti di emergenze socio-sanitarie, ribadendo l’impegno e l’attività di coordinamento per gli aspetti relativi alla salute dell’Oms (agenzia delle Nazioni Unite), rafforzando il sostegno operativo in prossimità degli epicentri dell’epidemia, come Butembo, nella provincia del Nord Kivu e sostenendo l’attività delle Ong impegnate sul campo.

Un’emergenza sanitaria complessa

L’epidemia di ebola nella Repubblica Democratica del Congo procede ormai da quasi un anno, dallo scorso agosto. Un terzo delle persone colpite dal virus sono bambini e ragazzi sotto i 18 anni, una percentuale più alta rispetto alle epidemie precedenti. “Possiamo essere orgogliosi del fatto che, finora, l’epidemia di ebola non si è diffusa oltre due province nella Repubblica Democratica del Congo (Nord Kivu e Ituri, ndr) – commentava nei giorni scorsi il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus – ma ci tengo a sottolineare, ‘ancora’. Il rischio di diffusione dell’epidemia rimane molto alto. Questo perché questa epidemia è una delle più complesse emergenze sanitarie che qualcuno di noi si è mai trovato ad affrontare”.

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