Più mezzi e impegno nella lotta a Ebola in Congo: ad annunciarlo oggi, a dieci mesi dall’inizio dell’epidemia, è l’Onu, che metterà in campo una serie di misure in collaborazione con il governo locale e i propri partner. A dieci mesi dallo scoppio dell’epidemia, infatti, nella Repubblica Democratica del Congo la situazione non migliora. Anzi, nelle ultime settimane il numero delle persone colpite è in costante aumento. Sono quasi 2000 i casi segnalati, più di 1200 le vittime confermate del virus. Che continua a diffondersi nella zona, complice una situazione difficile: nel Nord Kivu, epicentro dell’epidemia, la presenza di gruppi armati, le minacce agli operatori sanitari, la diffidenza della popolazione locale rendono complicata la lotta a ebola. Il pericolo che si diffonda all’interno del paese e varchi i confini è elevato. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nei giorni scorsi aveva annunciato un nuovo piano di vaccinazione: ridurre le dose del vaccino per proteggere più persone. Un tentativo di cambiare e potenziare la lotta contro il virus.
Lotta a ebola anche con azioni politiche e sociali
Tre i punti chiavi del rafforzamento della lotta a ebola annunciato dalle Nazioni Unite: più impegno politico e operativo per raggiungere le comunità locali; sostegno al coordinamento umanitario e potenziamento delle misure di prontezza e pianificazione. Misure che le Nazioni Unite stanno portando avanti tramite nuove nomine di esperti di emergenze socio-sanitarie, ribadendo l’impegno e l’attività di coordinamento per gli aspetti relativi alla salute dell’Oms (agenzia delle Nazioni Unite), rafforzando il sostegno operativo in prossimità degli epicentri dell’epidemia, come Butembo, nella provincia del Nord Kivu e sostenendo l’attività delle Ong impegnate sul campo.
“But we are not just fighting #Ebola virus in #DRC.
— World Health Organization (WHO) (@WHO) May 21, 2019
We’re fighting insecurity.
We’re fighting violence.
We’re fighting misinformation.
We’re fighting mistrust.
And we’re fighting the politicization of an outbreak”-@DrTedros #WHA72 pic.twitter.com/aZm2UvDXQI
Un’emergenza sanitaria complessa
L’epidemia di ebola nella Repubblica Democratica del Congo procede ormai da quasi un anno, dallo scorso agosto. Un terzo delle persone colpite dal virus sono bambini e ragazzi sotto i 18 anni, una percentuale più alta rispetto alle epidemie precedenti. “Possiamo essere orgogliosi del fatto che, finora, l’epidemia di ebola non si è diffusa oltre due province nella Repubblica Democratica del Congo (Nord Kivu e Ituri, ndr) – commentava nei giorni scorsi il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus – ma ci tengo a sottolineare, ‘ancora’. Il rischio di diffusione dell’epidemia rimane molto alto. Questo perché questa epidemia è una delle più complesse emergenze sanitarie che qualcuno di noi si è mai trovato ad affrontare”.