Peñon, una giovane donna vissuta tredicimila anni fa, potrebbe essere il più antico scheletro mai trovato nel continente americano. E’ quanto ipotizza un gruppo di archeologi dell’Università John Moores di Liverpool e del laboratorio di ricerca archeologica di Oxford che ne sta studiando i resti portati alla luce già nel 1959 e oggi conservati nel museo nazionale di archeologia di Città del Messico. Grazie a una tecnica di datazione a base di carbonio, i ricercatori hanno riesaminato Peñon. La forma del cranio fa pensare che si tratti di uno scheletro di origine europea: il teschio lungo e stretto è tipico delle popolazioni di origine caucasica, che sbarcarono in America attraverso lo stretto di Bering circa 11.000 anni fa. Se l’origine di Peñon dovesse essere riconfermata allora la migrazione delle popolazioni caucasiche dovrebbe essere ridatata e anticipata di 2000 anni. Secondo alcuni poi questa scoperta apre nuove ipotesi sulle migrazioni oltreoceano, facendo ipotizzare un viaggio degli europei attraverso l’Atlantico prima dei vichinghi e di Cristoforo Colombo. (p.c.)
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