Una mostra in cui non c’è niente da vedere: è questa la sfida proposta al pubblico dal tedesco Andreas Heinecke nelle sale del Palazzo Reale meneghino.
Il visitatore, per circa un’ora, viene condotto lungo il percorso espositivo da una guida non vedente che gli insegna a percepire l’ambiente attorno a sé servendosi “solamente” degli altri quattro sensi. Nelle sale sono stati ricostruiti spazi urbani e naturali approntati a questo scopo grazie anche all’utilizzo di diffusori di essenze e di suoni. L’ideatore della mostra ha finalizzato i suoi sforzi all’abbattimento delle differenze tra vedenti e non vedenti, tema di cui si occupa dal 1983. Durante la visita, infatti, chi in genere è abituato a utilizzare la vista diventa dipendente di chi fa a meno di questo senso quotidianamente: i ruoli sono invertiti e chi riesce a “orientarsi” attraverso il gusto, il tatto, l’udito e l’olfatto, non solo è avvantaggiato, ma può insegnare molto. Il sottotitolo dell’esposizione è quanto mai eloquente a riguardo: “impara a vedere”.
L’iniziativa giunge a Milano dopo essere stata in molte capitali europee, dove ha riscosso grande successo: ad Amburgo è stata persino allestita in maniera permanente. È evidente la finalità volta alla sensibilizzazione verso un handicap che ha connotazioni sociali molto forti sull’immaginario collettivo: la cecità è da sempre connessa all’ignoranza, all’incapacità di orientarsi; non a caso sono cieche la fortuna, l’ira, l’amore, nelle loro accezioni negative, incontrollabili; il buio è lo scenario in cui prendono forma le paure, si materializzano i fantasmi.La comunicazione tra chi non può concepire il buio in questo modo, chi accompagna i visitatori, e il pubblico stesso è resa inevitabile e necessaria sin dall’impostazione di partenza della mostra. L’ultima sala non fa che spingere verso l’approfondimento di questo contatto: gruppo e guida si ritrovano in un bar, anche questo rigorosamente al buio, in cui, sorseggiando un drink o un caffè preparato da baristi non vedenti, è possibile scambiarsi impressioni sull’esperienza appena vissuta.La mostra e tutto ciò che le ruota attorno si propongono inoltre di dimostrare le capacità di molti non vedenti, rivendicando un maggiore inserimento all’interno di una società che troppo spesso li ghettizza. Per questo non solo le guide ed i baristi sono non vedenti, ma anche i registi dei cinque spot realizzati per la campagna pubblicitaria.
Non va infine dimenticato il sito internet “Dialogo nel buio”, altro luogo deputato alla fruizione di questo “esperimento didattico”. Anche qui, dove, come in mostra, il ribaltamento di prospettiva è giocato su situazioni paradossali intelligibili solo a patto di non utilizzare troppo o solo la vista, si può imparare a vedere senza vedere. Il senso di Internet, come precisano alla società che si è occupata del sito (Inferentia Dnm), è “la sua capacità di far tesoro delle differenze tra le persone destinatarie di un medesimo messaggio a beneficio della fruizione da ciascuno contemporaneamente”. In questo caso, evidentemente, si precisa che le differenze non sono solo quelle culturali e linguistiche. E si ricorda che solo in Italia sono diecimila i non vedenti che navigano in rete.
DIALOGO NEL BUIO. Impara a vedere
Milano, Palazzo Reale, Piazza Duomo 12
Fino al 16 febbraio 2003
Orario: mar mer sab dom 9.30-19.00giovedì venerdì 9.30-23.00, lunedì chiusoBiglietto: intero 9 euro, ridotto 8 euro, scuole 4 euroPercorsi guidati: Le visite partono ogni 15 minuti e durano un’ora(i gruppi sono di massimo 8 persone)Prenotazione obbligatoria: tel. 02.89015330