Out of Africa, e ritorno

Dall’Africa al resto del mondo, e ritorno. Grazie a uno studio sul Dna mitocondrialie pubblicato su Science, un gruppo di ricercatori del laboratorio di genetica umana di Pavia ha ricostruito le tappe del lungo viaggio dell’uomo moderno (Homo sapiens sapiens) partito 70.000 anni fa dalle regioni del corno d’Africa alla volta dell’Asia e dell’Europa. Il sequenziamento completo del Dna mitocondriale (mtDna) di 81 individui e le mutazioni riscontrate in due particolari rami dell’albero evolutivo dell’mtDna, chiamati M1 e U6, hanno fornito un’importante informazione: l’M1 e l’U6 sono localizzati nel territorio africano, ma discendono da antenati asiatici.

“Questa scoperta ci spinge a ipotizzare una retro-migrazione dall’Asia verso l’Africa”, dice Antonio Torroni direttore del laboratorio di Pavia, tornato a occuparsi dell’argomento per la seconda volta. Nel 2005 studi analoghi avevano dimostrato che 70.000 anni fa, in seguito alla progressiva desertificazione del territorio, un gruppo di individui uscì dall’Africa, colonizzò le coste dell’Iran e dell’Iraq e arrivò, passando per l’India, fino all’Indonesia e all’Australia.

“La seconda tappa della nostra ricerca”, spiega Torroni, “ci ha invece permesso di dimostrare l’esistenza di un’altra migrazione, avvenuta circa 45.000 anni fa, che ha coinvolto le popolazioni di origine africana stanziatesi nelle coste mediorientali e che si è orientata in due direzioni: l’Europa da una parte e l’Africa dall’altra”. Dalla genetica potrebbe quindi arrivare la prova che gli archeologi cercano da tempo: l’origine comune della cultura europea  del paleolitico superiore (aurignaziana) e quella nordafricana (Dabban). (g.d.o)

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