Bentornato AstroPaolo

nespoli
(Foto: Nasa Tv)
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(Foto: Nasa Tv)

Dopo 139 giorni nello Spazio, Paolo Nespoli è tornato a casa. L’astronauta italiano dell’Agenzia spaziale europea (Esa) oggi ha intrapreso il viaggio di ritorno dalla Stazione spaziale internazionale. Nespoli e i colleghi Sergey Ryazanskiy dell’agenzia russa Roscomos e Randy Bresnik della Nasa – con cui era salpato alla volta della Iss alla fine di luglio – hanno toccato terra nella steppa del Kazakhstan a conclusione di un viaggio di circa tre ore e mezzo che, come da programma, ha visto il distacco della Soyuz dalla Stazione spaziale alle nostre 6:14 e l’atterraggio intorno alle 9:38 di mattina.

Un luogo incredibile per fare – per dirla con le parole di Nespoli durante la sua ultima inflight-call – “cose fuori dal mondo”. Perché le condizioni uniche di microgravità che si sperimentano lassù rendono ogni cosa speciale. Anche per un veterano dello Spazio come l’astronauta italiano, alla sua terza missione.

Un posto speciale
“Certamente mi mancano la mia famiglia, gli amici, la possibilità di staccare, andar fuori, godermi il sole, sentire il Sole e i sapori della natura. Quassù siamo in un posto completamente artificiale, i tuoi sensi sono attenuati, alcuni si devono addirittura spegnere perché altrimenti staresti male in un ambiente dove non c’è alto e basso, si dorme aggrappati al soffitto, mangi e ti volavo via le cose e e se pensi a tutto questo potresti dir di star male – tra virgolette, s’intende – ma di fatto non mi è mancato nulla”, ha raccontato pochissimi giorni fa Nespoli rispondendo alle domande della ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, che lo invitava a raccontare di cosa avesse più sentito mancanza nello Spazio: “Ma quando sei qui il bello è pensare a quello che si ha in più, che non trovi da nessuna parte, una sensazione che spesso e volentieri si dimentica però anche sulla Terra”.

E lassù, nella Stazione spaziale internazionale in più ci sono le condizioni di microgravità e una finestra unica per osservare la Terra. Della seconda abbiamo fatto esperienza – ahinoi, indirettamente – tutti o quasi passando in rassegna le centinaia di immagini, timelapse e i video che Nespoli ha ripreso dallo Spazio. Gli scatti che ritraggono la nostra Italia, i lampi coloratissimi delle aurore che accarezzano il nostro pianeta, le distese degli oceani, dei deserti, delle montagne.“Tutto questo dà sensazioni incredibili”. Le condizioni di microgravità della casa in orbita invece hanno trasformato la Stazione spaziale in un laboratorio unico, con strumentazioni presenti ovunque, per condurre esperimenti di fisica, scienze della vita, medicina. “Solo negli ultimi sei mesi sono stati eseguiti qualcosa come 300 esperimenti, una dozzina dei quali dell’Agenzia spaziale italiana”. Quelli della missione Vita con cui Nespoli è tornato – dopo le missioni Esperia e MagIsstra – nello Spazio.

La missione Vita
Vita come Vitality, Innovation, Technology, Ability prevedeva una serie di esperimenti selezionati dall’Agenzia spaziale italiana, da quelli ai test di realtà aumentata per snellire le operazioni di bordo, ai test per dispositivi di scambio termico passivo con fluidi a bassa tossicità, allo studio del comportamento dei fluidi grazie alla macchina da caffè spaziale. Molti degli esperimenti, come spesso accade, hanno però guardato le scienze delle vita, nell’ottica di “capire come funziona il corpo per acciuffare quei meccanismi che ancora ci sfuggono”, ha ricordato Nespoli.

Così, nella missione Vita, figuravano gli esperimenti relativi a programmi di allenamenti fisici personalizzati per gli astronauti, colture di cellule muscolari e retiniche in cui testare le capacità antiossidanti di alcuni composti, o ancora test per misurare la presenza di marcatori nella saliva relativi allo stato di salute degli astronauti, indagare la risposta delle cellule staminali adulte dei muscoli alla microgravità o ancora studiare possibili giacche-scudo contro le radiazioni.

Sulla stazione con Nespoli
Accanto alle attività di manutenzione, agli esperimenti condotti in collaborazione con gli altri membri dell’equipaggio, tanti sono stati anche i momenti di condivisione dell’astronauta con gli appassionati rimasti a Terra. C’è stato il momento della sfida, in cui Nespoli ha invitato tutti a partecipare alla #timelapsechallenge: riconoscere quante più città possibili in un timelapse. Quello in cui ha mostrato com’è osservare una stella cadente dalla cupola della Stazione spaziale, o ancora quanto possa diventare complicato prepararsi una pizza nello Spazio. O quella volta in cui l’astronauta ha portato niente meno che Rat-Man a sbirciare dalla cupola della Stazione spaziale.

139 giorni pieni.

Buon rientro, AstroPaolo.

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