La pazienza è la virtù dei forti, dice il proverbio, e, a quanto pare, anche delle scimmie. Secondo quanto racconta oggi uno studio pubblicato su Current Biology, infatti, quando i cercopitechi verdi (Chlorocebus pygerythrus) devono lavorare insieme si comportano in modo estremamente tollerante nei confronti dei membri del gruppo che stanno ancora imparando, mostrando che la pazienza può aiutare molto nella risoluzione di problemi di coordinazione sociale.
Lo studio è stato condotto su diversi gruppi di cercopitechi, alcuni dei quali vivevano liberamente in un parco del Sudafrica, altri in cattività in Francia, e consisteva in un gioco sociale. In ogni esperimento, una femmina di basso status veniva addestrata ad aprire un contenitore pieno di cibo solo quando gli altri esemplari di grado superiore al suo rimanevano al di fuori di un cerchio immaginario (uno spazio proibito, in altre parole). Per ottenere il cibo tutte le scimmie dovevano capire le regole e rispettarle, imparando, in pratica, a controllarsi. Sorprendentemente, tutti i primati hanno appreso come giocare senza la necessità di alcun intervento esterno: le scimmie di status più alto sono state le prime a capire le regole, seguite rapidamente da tutte le altre, senza alcun bisogno di comunicazione o coercizione.
Il comportamento degli animali mostra che processi cognitivi più complessi – quali ad esempio il linguaggio – non sono sempre fondamentali per risolvere questo tipo di problemi di organizzazione nei gruppi. Ronald Noe della Université de Strasbourg in Francia, tra gli autori dello studio, è convinto che queste scoperte mostrino abilità che i cercopitechi usano quotidianamente nella coordinazione dei movimenti necessari per la protezione del loro gruppo, o del territorio, e che l’apprendimento individuale e la pazienza sono anch’essi importanti nella risoluzione dei problemi, perché permettono di risparmiare tempo prezioso.
Il ricercatore inoltre si augura che questi studi vengano presto ripetuti anche con altre specie, e si domanda come reagirebbero al gioco primati più impazienti come ad esempio i babbuini, gli scimpanzé. E, perché no, sarebbe curioso mettere alla prova anche gli esseri umani nel gioco del cerchio proibito.
Riferimenti e credits immagine: Current Biology Doi:10.1016/j.cub.2013.02.039