Oltre Covid, quanti sono stati i pazienti dimenticati a causa della pandemia?

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(Foto: National Cancer Institute on Unsplash)

Due interventi chirurgici su tre rimandati, più di un esame su tre rinviato, appena uno screening oncologico su dieci eseguito: sono i pazienti dimenticati, quelli che, mentre a causa della pandemia di Covid-19 i luoghi di cura si riempivano al limite del sostenibile, non hanno potuto o voluto – per timore del contagio – accedere alle prestazioni sanitarie durante la fase iniziale della pandemia e il primo lockdown. E ora, a più di un anno di distanza, un’inchiesta data driven chiamata proprio I pazienti dimenticati, firmata dal giornalista e collaboratore di Wired Riccardo Saporiti e promossa dal Laboratorio interdisciplinare della Scuola internazionale degli studi avanzati (Sissa) di Trieste grazie a una donazione dello scrittore Paolo Giordano, fotografa gli effetti delle politiche di contenimento della pandemia sulle prestazioni sanitarie e su tutti i pazienti non affetti da Covid-19.

I pazienti dimenticati, qualche dato

Un rapporto dell’azienda specializzata in ricerca clinica Iqvia aveva già evidenziato, nel 2020, un calo significativo dell’accesso alle diagnosi e alle cure nelle principali aree terapeutiche rispetto al 2019: per quanto riguarda le patologie respiratorie e cardio-metaboliche, lo studio aveva rilevato il 13% in meno di nuove diagnosi, un calo del 10% dei nuovi trattamenti iniziati e il 31% in meno di visite specialistiche. Anche i pazienti oncologici non hanno fatto eccezione: complessivamente, nel 2020 sono state fatte 30mila diagnosi di tumore in meno rispetto all’anno precedente, pari a circa il 10%. Inoltre si è registrato un decremento significativo degli inizi trattamento (-13%), degli interventi chirurgici (-18%) e dei ricoveri (-16%). Uno studio pubblicato ad aprile su The Lancet Oncology denunciava che la pandemia avesse avuto “effetti devastanti sui pazienti oncologici, con un numero enorme di diagnosi mancate e trattamenti ritardati a causa di sistemi sanitari sotto pressione, oltre alla riluttanza delle persone a cercare cure mediche per timore del contagio. Non si tratta solo di paura del coronavirus: molte prestazioni sanitarie, in Italia, sono state rinviate a partire dal 16 marzo 2020 a seguito della pubblicazione delle Linee di indirizzo per la rimodulazione dell’attività programmata differibile corso di emergenza da Covid-19, documento, firmato dal ministro della Salute Roberto Speranza, che rinviava i ricoveri meno urgenti e sospendeva le prestazioni ambulatoriali. “Una decisione”, spiega l’autore dell’inchiesta, “che ha interessato in maniera omogenea il territorio nazionale, in un contesto in cui la pandemia ha colpito il Paese in maniera tutt’altro che omogenea. Lo dimostrano i numeri che abbiamo raccolto legati ai medici e infermieri risultati positivi al nuovo coronavirus e sui pazienti ricoverati in terapia intensiva, considerati la cartina di tornasole dell’impatto pandemico sul servizio sanitario. Dati, questi ultimi due, che “Pazienti dimenticati” è in grado di restituire ospedale per ospedale e sono disponibili a tutti su GitHub”.

L’indagine

Saporiti è stato uno dei due vincitori di una borsa di studio del Laboratorio interdisciplinare della Sissa di Trieste per la realizzazione di un’inchiesta giornalistica originale e inedita basata sui dati della pandemia di Covid-19 in Italia. La borsa è stata cofinanziata dalla Sissa con il contributo di Paolo Giordano, scrittore e docente del master in Comunicazione della scienza Franco Prattico, con i proventi del suo libro Nel contagio (Einaudi, 2020). I dati dell’indagine, durata un anno ed estesa su tutto il territorio nazionale, derivano da 122 aziende sanitarie e ospedaliere che hanno fornito a Saporiti le informazioni relative agli interventi chirurgici, a visite ed esami ambulatoriali e alle prestazioni oncologiche eseguite e rinviate tra il 1 marzo ed il 30 aprile del 2020 oppure, nel caso non fossero disponibili i dati sui rinvii, da un confronto tra i dati sulle prestazioni del 2019 e del 2020.

Le informazioni, presentate all’interno dell’inchiesta con testi, mappe e infografiche, vogliono restituire una fotografia dell’impatto della pandemia sul presente della sanità pubblica e su tutti gli altri pazienti. E sul futuro? Alcuni studi hanno già provato a fare una stima di quali saranno le conseguenze a lungo termine: una ricerca pubblicata a luglio 2020 su The Lancet Oncology, per esempio, calcolava un incremento dei decessi per cancro al seno a 5 anni dalla diagnosi compreso tra il 7,9 e il 9,6%. “Solo il tempo dirà se queste previsioni si riveleranno esatte, con l’auspicio ovviamente che risultino sovrastimate” conclude Saporiti. “Io ho fatto ciò che si poteva con i dati che abbiamo disponibili al momento: raccontare quanti siano stati i pazienti dimenticati durante la pandemia”. L’inchiesta dedicata ai Pazienti dimenticati si trova su pazientidimenticati.it.

Via: Wired.it

Credits immagine: National Cancer Institute on Unsplash