Accelerando in modo incontrollato il ciclo cellulare, gli oncogéni sarebbero i principali responsabili della rottura della doppia elica del Dna, un meccanismo cruciale nell’insorgenza dei tumori. È il risultato di uno studio condotto da due giovani ricercatrici italiane, Raffaella Di Micco e Marzia Fumagalli, sotto la guida di Fabrizio d’Adda di Fagagna, leader del programma “Telomeri e Senescenza” presso l’Ifom, Fondazione istituto Firc di oncologia molecolare di Milano. La ricerca, pubblicata su Nature, è stata condotta in collaborazione con l’Istituto europeo di oncologia, il Centro di riferimento oncologico di Aviano e l’Institut Pasteur di Parigi.
I ricercatori sono riusciti a delineare la precisa sequenza di eventi che si verifica nelle cellule in seguito all’attivazione dell’oncogéne: l’oncogéne induce inizialmente uno stato di iper-proliferazione cellulare a cui corrisponde una “iper-replicazione” del Dna, la quale a sua volta causa l’accumulo di errori e danni. Si attiva quindi il Ddr (“risposta al danno al Dna”) che con i suoi “freni molecolari” rallenta o addirittura blocca il normale ciclo cellulare, in attesa che il danno venga riparato. Ma a quel punto i danni indotti sono così gravi da produrre vere e proprie rotture della doppia elica, e l’intero “sistema cellula” si blocca.
Secondo gli scienziati, la ricerca ha importanti implicazioni dal punto di vista della diagnosi precoce: questi allarmi molecolari che si accendono nelle varie fasi della progressione tumorale potranno infatti essere utilizzati come indicatori precoci della formazione di tumori. (m.r.)