Perché accade ciò che accade

Andrea Frova
Ragione per cui
Rizzoli, 2004
pp. 327, euro 9,00

“Tutto quello che avreste voluto sapere sulla fisica ma non avete mai avuto il coraggio di chiedere”! Potrebbe essere forse questo, parafrasando il titolo di un celeberrimo film di Woody Allen, il commento più appropriato per illustrare il contenuto di “Ragione per cui”, ultima fatica di Andrea Frova, recentemente pubblicata da Rizzoli. Il volume si presenta con un sottotitolo che rimanda a un altro best seller dell’autore, quel “Perché accade ciò che accade” che fino a oggi conta ben 12 edizioni, di cui quindi “Ragione per cui” è la logica e naturale prosecuzione. Come infatti il suo predecessore, anche questo libro è (almeno in gran parte) una raccolta di quesiti che certamente molti lettori si sono posti o sentiti porre nella loro vita quotidiana e ai quali, con l’ausilio di acuti ragionamenti di fisica, è possibile rispondere esaurientemente. Quanti di noi infatti non si sono mai chiesti perché non hanno mai visto, se non in casi più che rari, un arcobaleno completamente circolare, oppure perché nelle scarpe ben lucidate ci si può quasi specchiare (ma non in quelle un po’ sporche)? O, ancora, perché soffiando sopra un leggero foglio di carta esso si solleva (invece di abbassarsi, come verrebbe spontaneo dire) oppure cosa conviene fare, per disappannare il vetro della propria autovettura: soffiarci sopra aria calda o fredda? E, si badi bene, questi sono solo alcuni dei più di 200 interrogativi cui Frova risponde (per cui, uniti agli altrettanti di “Perché accade ciò che accade”, si arriva a quasi mezzo migliaio di domande di fisica aventi a che fare con la vita di tutti i giorni), con quello stile al tempo stesso cristallino e stimolante che ha fatto, di questo autore, uno dei maggiori scrittori di scienza divulgativa nel nostro paese.E il termine “scrittore” non è usato casualmente, in quanto, come è del resto ben noto in altri paesi (leggi Stati Uniti o Inghilterra), per poter dar vita a una seria divulgazione scientifica si devono possedere due doti fondamentali: una profonda e corretta conoscenza dell’argomento trattato e un’ottima capacità espositiva, che consenta di far vibrare le corde intellettuali e la curiosità di qualsiasi lettore potenziale. E se inoltre teniamo presente che un buon insegnante di fisica è colui il quale riesce ad affinare l’arte della ricerca degli esempi e delle metafore più appropriate per illustrare ai suoi allievi un concetto o una formula, allora non si può che salutare con entusiasmo la comparsa di opere come questa, in grado di diventare uno strumento utile da affiancare al tradizionale libro di testo e da consigliare quindi a ogni docente e studente che con la fisica abbia qualcosa da spartire.

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