Salute

Cervello, perché dimenticare è così importante

Quante volte ci è capitato di dover fare pulizia nel nostro computer o nello smartphone? Eliminare foto, file vecchi ed ormai inutili, può servire a far spazio a un nuovo programma, a nuove informazioni o app, e generalmente aiuta anche a far funzionare tutto più velocemente. Il nostro cervello, spiega uno studio pubblicato su Neuron, segue un procedimento del tutto simile: dimenticare ricordi inutili serve infatti a fare spazio per nuove memorie più importanti, che ci possono aiutare a prendere decisioni in modo più consapevole.

I ricercatori della University of Toronto, che hanno condotto la ricerca, sottolineano come questi risultati diano un altro significato al concetto di memoria, non più definita come la capacità di conservare il maggior numero di nozioni nel tempo, ma come l’abilità di saper dimenticare le cose superflue.

Questo concetto, rivoluzionario nel campo delle neuroscienze, non è completamente nuovo ed è già stato toccato in diversi studi. Tuttavia, il team si è spinto oltre, trovando una serie di prove che dimostrano l’esistenza di meccanismi che promuovono il cancellamento dei ricordi. Questi meccanismi funzionerebbero in modo diverso rispetto a quelli che, al contrario, hanno il compito di immagazzinare le informazioni.

Uno dei meccanismi usati dal cervello per dimenticare volontariamente, ad esempio, consiste nell’indebolire o eliminare i legami tra i neuroni che contengono il ricordo. Un altro metodo si basa sulla produzione di nuovi neuroni nell’ippocampo che, una volta integrati, sovrascrivono i vecchi ricordi, rendendoli meno accessibili.

Ma, sottolineano gli scienziati, non c’è motivo di preoccuparsi: nonostante il cervello passi molto tempo a dimenticare, questo processo viene solamente utilizzato per eliminare informazioni obsolete, sbagliate o fuorvianti e per facilitare, di conseguenza, il suo funzionamento.

Riferimenti: Neuron

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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