Categorie: Salute

Perché il sole brucia sulla pelle

Se il sole brucia sulla pelle, la colpa è di una molecola chiamata CXCL5: una proteina che controlla la sensibilità al dolore delle scottature da raggi ultravioletti. La scoperta, che potrebbe avere delle implicazioni per il trattamento del dolore nelle più comuni condizioni infiammatorie, è di un gruppo di ricercatori del King’s College di Londra, che ha pubblicato uno studio su Science Transational Medicine.

CXCL5 appartiene alla famiglia delle chemochine, proteine che possono attivare le cellule immunitarie durante le infiammazioni. Si tratta di un meccanismo estremamente efficiente che Stephen McMahon, docente presso l’ateneo britannico e a capo della ricerca, ha svelato sottoponendo un gruppo di volontari a piccole scottature da raggi Uvb. Dalla biopsia dei tessuti ustionati (prelevati al picco del dolore, 1 o 2 ore dopo l’esposizione), il team ha individuato un’alta concentrazione di centinaia di proteine potenzialmente mediatrici della sensibilità, fra cui anche CXCL5. 

Dopo questa prima fase dello studio, sono stati condotte analisi più approfondite su topi di laboratorio per selezionare le molecole maggiormente responsabili della sensibilità. Ebbene, somministrando anticorpi in grado di neutralizzare proprio CXCL5, i ricercatori sono riusciti a ridurre significativamente la sensazione del dolore da ustione.

Il motivo per cui dopo l’esposizione ai raggi ultravioletti la pelle diventa dolorante, quindi, è che CXCL5 chiama a raccolta diverse cellule immunitarie, fra cui macrofagi e neutrofili, responsabili dell’aumento della sensibilità delle parti scottate. Lo studio è il primo a rivelare il ruolo di questa proteina nella mediazione del dolore. E a fornire la spiegazione molecolare alla sofferenza che attende chi questa estate non si proteggerà dal sole.

Massimiliano Razzano

Dopo laurea e dottorato in Fisica, ha trascorso periodi di studio in Europa e negli Stati Uniti. Attualmente lavora presso l’Università di Pisa e l’INFN, dove svolge ricerca in astrofisica delle alte energie. Alla ricerca affianca da anni la divulgazione ed il giornalismo scientifico.  Giornalista pubblicista, collabora con diverse testate fra cui Le Stelle, Le Scienze, Mente & Cervello, Nuovo Orione, Airone, e dal 2010 con Galileo.

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